Celebrazioni in tutto il territorio Fermano si sono svolte domenica 8 novembre per l’appuntamento annuale dedicato al 4 novembre, Festa dell’Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate, data nella quale cade l’anniversario, quest’anno il 91°, della battaglia di Vittorio Veneto e della vittoria italiana nella I Guerra Mondiale.
A Fermo, alla presenza delle autorità civili, militari e religiose, il Presidente della Provincia Fabrizio Cesetti, insieme all’Assessore alla Cultura e Pubblica Istruzione Giuseppe Buondonno e al Sindaco del capoluogo Saturnino Di Ruscio, ha partecipato alle commemorazioni che si sono svolte seguendo un itinerario attraverso i luoghi più significativi, Capodarco, Torre di Palme, cimitero urbano, Viale Trento e Via Vittorio Venero per la deposizione, come da tradizione, delle corone di alloro sulle lapidi dei caduti.
Il Presidente Cesetti ha anche pronunciato un discorso integralmente riportato qui di seguito.
"Saluto tutte le Autorità civili, militari e religiose, i rappresentanti delle Associazioni degli ex combattenti e dei partigiani;
ringrazio il Sindaco della Città di Fermo; saluto tutti coloro che sono qui, che con la loro presenza vogliono testimoniare la partecipazione, e conferire la giusta solennità a questa Giornata delle Forze Armate, a questa Festa dell’Unità Nazionale (che coincide, come rigorosamente ricorda l’invito, con il 91° anniversario di Vittorio Veneto e col 64° anniversario della fine della II guerra mondiale e della Liberazione).
Voglio qui ricordare il sacrificio di tutti i combattenti che sono morti o hanno sofferto per la Patria e rappresentano i testimoni silenziosi e vigili della sua unione inscindibile, sono il sostegno ideale e morale del tricolore simbolo imperituro dell’Unità della Nazione.
In particolare, consentitemi di rivolgere un pensiero commosso a tutti i nostri conterranei, dei Comuni della Provincia di Fermo.
Il cammino che dall’Unità d’Italia – di cui tra poco più di un anno celebreremo il 150° anniversario- attraverso il tumultuoso Novecento, ci ha condotti qui, è costellato di drammi e sofferenze; ma esso ci consegna, oggi, una Nazione unita, libera, democratica e noi dobbiamo sentire tutti insieme il peso e la gioia di questa eredità preziosa;
sentirlo e saperlo trasmettere alle generazioni future.
Qualunque sia il ruolo che ricopriamo nella società, dobbiamo far si che gli italiani di domani, conoscano, ricordino e sappiano, a loro volta, rinnovare – nel mondo aperto e libero che ci auguriamo per il futuro – quei valori di unità, pace, libertà, ed eguaglianza, che sono raccolti nella nostra Costituzione, e che costituiscono il frutto più profondo e fecondo del sacrificio di milioni di persone che ci hanno preceduti.
Le Forze armate, la cui giornata oggi celebriamo, sono impegnate in questo nostro tempo, in tanti compiti, dalla sicurezza alle missioni di pace e di solidarietà e ancora, di recente, sono state colpite dalla violenza distruttiva del terrorismo.
Ad esse va il nostro ringraziamento.
Siete al fianco delle Istituzioni democratiche; le Istituzioni sono al vostro fianco.
Celebriamo dunque, come dicevo, il novantunesimo anniversario della vittoria della Grande Guerra, quella battaglia di Vittorio Veneto in cui fanti, alpini, bersaglieri, carabinieri e tanti altri corpi scrissero pagine di eroismo drammatico e umanità; un avvenimento che ha rappresentato allora un grande, seppur terribile, momento collettivo per il popolo italiano, sicuramente fondante, nel percorso di unificazione del Paese e per la nascita di una comune coscienza nazionale.
Sebbene siano trascorsi tanti decenni dai tragici eventi, mi auguro che la persistenza del ricordo possa essere altrettanto utile per consolidare i principi democratici della nostra società, che anche grazie alla nostra storia, poggiano sui valori della pace, dell’affermazione dei diritti umani, del rispetto e della cooperazione tra le diverse nazioni.
L’Unità nazionale che a prezzo di tanti sacrifici, noi abbiamo ereditato, è , dunque, un bene prezioso che deve essere difeso e coltivato.
Essa non è chiusura nazionalistica, ma apertura al mondo, agli altri, a chi ha bisogno dell’opera del nostro Paese, per ritrovare, a sua volta, benessere e pace;
l’unità nazionale è solidarietà tra gli italiani, ma, allo stesso tempo, solidarietà con chi, fuggendo da situazioni terribili, cerca un futuro possibile nell’Europa della libertà e della democrazia.
Essa è unità tra i ceti sociali e tra le generazioni; condivisione dei comuni destini che fanno di una Nazione una radice antica, proiettata nel futuro.
Le generazioni che hanno vissuto i drammi e le vittorie del novecento sono le radici che debbono alimentare le foglie: i giovani che da italiani vivranno nel mondo di domani.
Noi rinnoviamo, anche con questa cerimonia, Istituzioni, forze armate, cittadini, l’impegno per la nostra Patria, per l’Italia libera e democratica, che non può e non vuole sottrarsi alla responsabilità di concorrere – proprio per aver conosciuto la guerra – al consolidamento della pace, all’affermazione dei diritti umani in ogni parte del mondo, ad uno sviluppo più giusto socialmente e sostenibile naturalmente, in Italia e nel pianeta.
Questo paese, noi tutti, siamo al fianco di quanti, nel mondo, vogliono costruire la pace e la libertà, vogliono garantire un futuro degno ai bambini appena nati e che nasceranno.
Ai giovani di oggi dico: imparate e ricordate. Alle forze armate, a chi ha dato la propria vita o i propri sacrifici al nostro Paese, a chi lo rappresenta in tanti difficili teatri del mondo, dico: grazie per quello che avete fatto, per quello che fate e per l’insegnamento morale e civile che trasmettete.
Viva le Forze Armate, viva la Repubblica, viva l’Italia."