Alcune affermazioni contenute nell’articolo dello scorso venerdì, sulla questione del dipartimento “Beni culturali” a Fermo, non rispondono al vero e richiedono una precisazione.

 

Intanto, non è assolutamente vero che vi sia stata una diminuzione del contributo della Provincia di Fermo all’EUF. E’, anzi, vero il contrario: rispetto al contributo annuo della Provincia di Ascoli Piceno (100 mila euro), appena insediata - cioè tra i suoi primi atti, nel secondo semestre del 2009 - la Provincia di Fermo ha subito deciso un aumento di 50 mila euro (portandolo, cioè, a 150 mila). Negli anni successivi (2010-2011-2012) è stato portato a 200 mila euro, con un aumento, dunque, del 100%. Nel corrente anno, infine, sono stati investiti circa 180 mila euro. Tutto ciò è avvenuto mentre le Province, in genere, e dunque anche la Provincia di Fermo, hanno subito tagli enormi dal governo nazionale; ma lo si è fatto (e se fosse stato materialmente possibile si sarebbe fatto ancora di più) con la precisa convinzione politica che la formazione ed il sapere siano un investimento per il territorio. Se questa stessa convinzione - e queste stesse percentuali di crescita negli investimenti - fossero state anche dei governi centrali, che si sono succeduti in questi anni, il sistema formativo vivrebbe condizioni molto migliori.

 

In realtà, poi, la Provincia, per lunghi mesi, ha tentato attraverso numerose riunioni, di coinvolgere sia direttamente l'Ateneo di Macerata con il suo Rettorato che l'Euf nell'ambito di una più ampia ed innovativa progettazione attraverso i fondi comunitari del FSE, che non solo avrebbe potuto garantire maggiori risorse nel corso del 2013 ma avrebbe gettato nuove e più durature basi per gli anni a venire nell'ambito della nuova programmazione dei fondi comunitari 2014-2020. Tentativi che non si sono concretizzati, non certo per volontà della Provincia. Si è tornati, così, al contributo generalista che, comunque, è stato garantito.

Inoltre, a quanto ci risulta, le motivazioni che stanno dietro l’ipotesi di un accentramento a Macerata, non sarebbero legate agli aspetti economici della Convenzione tra l’EUF e l’Università, ma, principalmente, ad alcuni requisiti relativi al numero dei docenti, a seguito della formazione dell’ interclasse Beni Culturali – Turismo, seguita alla ristrutturazione dell’organizzazione universitaria.

In questi anni le Istituzioni del territorio (in particolare il Comune di Fermo, la Provincia e la Fondazione “Cassa di Risparmio”) hanno investito milioni di euro, in danaro e beni immobili, per far crescere una Università che funziona ed ha un numero adeguato di iscritti.

Per questo nessuna delle Istituzioni presenti nell’EUF ritiene, qualora venissero confermate, giustificate le motivazioni di un eventuale accorpamento a Macerata. Se Turismo e Beni culturali debbono riunificarsi, ciò può avvenire proprio a Fermo, dove esistono strutture adeguate ed Istituzioni che sanno stare vicine al sistema formativo universitario.

L'Assessore alla Cultura e alla Pubblica Istruzione

Giuseppe Buondonno