Pubblichiamo l’Ordine del Giorno approvato dal Consiglio provinciale di Fermo, avente ad oggetto “Disegno di Legge Delrio “Disposizioni sulle Città metropolitane, sulle Province, sulle unioni e fusioni di Comuni” (A.C. 1542 ed abbinata) e Disegno di Legge costituzionale “Abolizione delle province” (A.C. 1543)”.

 

ORDINE DEL GIORNO del Consiglio Provinciale di Fermo avente quale oggetto: Disegno di Legge Delrio “Disposizioni sulle Città metropolitane, sulle Province, sulle unioni e fusioni di Comuni” (A.C. 1542 ed abbinata) e Disegno di Legge costituzionale “Abolizione delle province” (A.C. 1543).

PREMESSO CHE:

- l’art. 114, commi 1° e 2°, della Costituzione nel prevedere che “La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato. I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni sono enti autonomi con propri statuti, poteri e funzioni secondo i princìpi fissati dalla Costituzione” stabilisce la pari ordinazione degli enti, la loro uniformità anche sotto il profilo della rappresentanza democratica e pone tutti i soggetti istituzionali sullo stesso piano secondo il principio dell’equiordinazione;

- le Province costituiscono, quindi, un ente territoriale riconosciuto dalla Costituzione, così come le Regioni e i Comuni;

- l’appartenenza ad una Provincia costituisce un elemento di identità riconosciuta;

- il Presidente, la Giunta e il Consiglio Provinciale sono organi, oltre che di gestione, di rappresentanza democratica;

- in molte Regioni, come le Marche, alle Province sono attribuite funzioni di gestione, spesso in via esclusiva, attraverso il conferimento di deleghe rilevanti quali la viabilità, i trasporti, l’edilizia scolastica superiore, l’ambiente, le politiche attive del lavoro;

- le Province italiane gestiscono ben 125.000 chilometri di strade extraurbane, 5.000 edifici scolastici per 120.000 classi frequentate da circa 2.500.000 allievi, oltre 850 Centri per l’Impiego;

- le funzioni che riguardano l’erogazione di servizi, il coordinamento e la pianificazione di area vasta non possono essere svolte su scala territoriale comunale o di piccole aggregazioni di Comuni, e neppure da un soggetto di legislazione e programmazione e, molto spesso di grandi dimensioni, come la Regione;

- il modello organizzativo della Regione Marche, che prevede la delega da parte della Regione alle Province di gran parte delle funzioni gestionali e operative, è un modello di democrazia e di efficienza e costituisce una valida ipotesi di riforma applicabile all’intero territorio nazionale;

- i costi complessivi di gestione e funzione delle Province rappresentano circa l’1,35% della spesa pubblica del Paese (fonte: banca dati Siope);

- la spesa per gli amministratori provinciali ammontava nel 2011 allo 0,9% della spesa complessiva di funzionamento delle Province (fonte: banca dati Siope);

- contrariamente a quanto sostenuto dal Governo, la soppressione delle Province comporterebbe un aumento della spesa pubblica, secondo quanto espressamente dichiarato dalla Corte dei Conti in sede di audizione alla Commissione Affari Costituzionali della Camera avvenuta lo scorso 6 novembre;

- il trasferimento delle funzioni e delle risorse oggi gestite dalle Province, pari a circa 11 miliardi di Euro (fonte: banca dati Siope), avrebbe un forte impatto sui bilanci e sull’organizzazione delle Regioni e dei Comuni, già oggi gravati dalle difficili condizioni di sostenibilità dei loro obiettivi in termini di Patto di stabilità interno;

- con sentenza del 3 luglio 2013 n. 220 la Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità delle disposizioni contenute nel DL 201/2011 e nel DL 95/2012 in tema di riordino delle Province e di istituzione delle Città metropolitane, “per violazione dell’art. 77 della Costituzione, in relazione agli articoli 117, 2° comma, lett. P) e 133, 1° comma, Cost., in quanto il decreto-legge, atto destinato a fronteggiare casi straordinari di necessità ed urgenza, è strumento normativo non utilizzabile per realizzare una riforma organica quale quella prevista dalle norme censurate”, precisando in motivazione che - come reiteratamente sostenuto da questo Consiglio Provinciale - la modificazione delle singole circoscrizioni provinciali richiede, a norma dell’art. 133, primo comma, Cost., l’iniziativa dei Comuni interessati - che deve necessariamente precedere l’iniziativa legislativa in senso stretto - ed il parere, non vincolante, della Regione;

- nella seduta n. 13 del 5 luglio 2013, il Consiglio dei Ministri ha approvato un disegno di legge costituzionale recante “Abolizione delle province” (A.C. 1543), presentato il 20 agosto 2013;

- nella seduta n. 16 del 26 luglio 2013 il Consiglio dei Ministri ha approvato un Disegno di legge ordinario, “cd. Delrio”, recante “Disposizioni sulle Città metropolitane, sulle Province, sulle unioni e fusioni di Comuni” (A.C. 1542), presentato il 20 agosto 2013, in relazione al quale il Governo ha chiesto, ed ottenuto, la procedura d’urgenza ex art. 69 del Regolamento della Camera dei Deputati, tanto che, terminato l’esame in Commissione Affari Costituzionali, è già stato calendarizzato per l’esame dell’Aula a partire dalla seduta del 25/11/2013;

- detto Disegno di Legge ha, tra l’altro, come obiettivi: quello dello “svuotamento” delle Province in attesa della cancellazione delle stesse dalla Costituzione che, secondo gli intendimenti del Governo, dovrebbe avvenire con l’approvazione del DDL costituzionale A.C. 1543 e quello dell’eliminazione dell’elezione diretta del Presidente della Provincia e del Consiglio Provinciale mediante l’adozione di un sistema elettorale di secondo grado;

- il provvedimento, nel suo impianto di fondo, appare, ancora una volta, non coerente con le disposizioni di cui agli articoli 1, 5, 114, 117, 118 e 119 della Costituzione ed è in contrasto con le indicazioni europee, in particolare con la recente raccomandazione all’Italia del Congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio d’Europa del 19/3/2013;

- la Costituzione vigente assicura alle Province precise prerogative costituzionali che non possono essere messe in discussione attraverso leggi ordinarie, come è stato ricordato dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 220/13, e la pretesa di anticipare con legge ordinaria gli effetti di una riforma costituzionale, che richiede tempi e procedure assai complesse, stravolge le più elementari regole del diritto costituzionale;

- un consistente numero di professori ordinari di materie giuspubblicistiche ha inviato alle Commissioni Affari Costituzionali del Parlamento e a tutti i gruppi parlamentari un appello, sottoscritto lo scorso 11 ottobre, che richiama le forze politiche ad affrontare la riforma del sistema delle autonomie locali in modo coerente e senza strappi, senza operazioni di pura immagine, destinate a produrre danni profondi e duraturi sull’efficacia, sull’efficienza e sulla tenuta democratica del nostro sistema autonomistico. In particolare, sulle Province si sottolinea che ogni ipotesi di soppressione o decostituzionalizzazione appare contraddittoria e in contrasto con i principi autonomistici della Costituzione e con la Carta europea delle autonomie locali;

- spetta alle Regioni ed ai Comuni di ciascuna Regione scegliere come organizzare l’amministrazione di area vasta, e non deve consentirsi alla burocrazia ministeriale di decidere in via generale e astratta, dal centro, come i territori devono essere amministrati;

- da una ricerca del Censis è, inoltre, emersa l’esigenza diffusa di mantenere e rafforzare un governo di area vasta unitario e coerente, oggi rappresentato dalle Province, assolutamente non limitabile ai territori delle province destinate a tramutarsi in città metropolitane;

- la Provincia di Fermo auspica un percorso aperto di confronto con il Governo ed il Parlamento per una riforma di tutta l’architettura istituzionale del nostro Paese e si dichiara disponibile a contribuire - come avvenuto in questi anni - al conseguimento dell’obiettivo di ottimizzare la spesa pubblica, ma ritiene inaccettabile l’eventuale approvazione di un provvedimento che viene ritenuto - da molti e da più parti - incostituzionale, disarticolato, confuso, foriero di nuovi inevitabili conflitti istituzionali, che di sicuro non resisterà al giudizio della Corte Costituzionale e che, comunque, non sarà in grado di conseguire l’obiettivo prefissato;

RITENUTO CHE:

- la Regione è legittimata a promuovere la questione di legittimità costituzionale dinanzi alla Corte Costituzionale entro 60 gg. dalla pubblicazione della legge o dell’atto avente valore di legge ex art. 127, comma 2° Cost., per la dichiarazione di illegittimità costituzionale delle disposizioni legislative che ledono la sua sfera di competenza;

- la Regione è legittimata a proporre l’impugnativa non solo per la lesione diretta subita dalle norme contestate, ma anche per la lesione delle prerogative costituzionali delle Province. Più volte si è pronunciata la Corte Costituzionale nel senso di ammettere censure relative a compressione di sfere di attribuzione provinciale o degli altri enti locali istituiti dall’art. 114 della Cost., da cui derivi una compressione dei poteri delle Regioni;

- quanto sopra è tanto vero che la Legge Regionale delle Marche 10/4/2007 n. 4, all’art. 11, comma 7, statuisce che “Il Consiglio delle autonomie locali può segnalare al Presidente della Giunta regionale eventuali lesioni dell’autonomia locale da parte di leggi e provvedimenti statali, anche ai fini della promozione di questioni di legittimità o di conflitti di attribuzione dinanzi alla Corte Costituzionale, nel rispetto di quanto stabilito dall’art. 134 della Costituzione”;

- non può essere revocato in dubbio che sussisterebbe tale vizio nella fattispecie di che trattasi qualora il DDL Delrio venisse approvato dal Parlamento;

RICHIAMATI E CONSIDERATI tuttora validi ed attuali, per le parti compatibili, i contenuti di cui alle deliberazioni: n. 1 del Consiglio Provinciale del 31/01/2012; n. 68 del Consiglio Provinciale del 24 luglio 2012; n. 10 della Conferenza Provinciale delle Autonomie Locali del 18/09/2012; n. 12 della Conferenza Provinciale delle Autonomie Locali dell’11/10/2012; n. 15 della Conferenza Provinciale delle Autonomie Locali del 25/10/2012; nonché dell’ordine del giorno del 10/11/2012 condiviso dai soggetti istituzionali locali, socio-economici e culturali del territorio del fermano;

Tanto premesso, ritenuto e richiamato,

IL CONSIGLIO PROVINCIALE DI FERMO

- nel ribadire che le Province sono enti costituzionalmente previsti e costitutivi della Repubblica, per i quali devono essere previste elezioni democratiche degli organi e la garanzia, anche finanziaria, dello svolgimento delle funzioni fondamentali e delle funzioni proprie che non possono essere loro sottratte;

- nel confermare che la modifica dell’architettura istituzionale della Repubblica può avvenire solo a seguito di una modifica costituzionale e non è possibile con legge ordinaria sopprimere le funzioni di area vasta delle Province e attribuirle a Regioni e Comuni, né trasformare gli organi di governo da direttamente a indirettamente elettivi, né rivedere con una legge generale gli ambiti territoriali di tutte le Province;

CHIEDE

- al Signor Presidente della Repubblica, On. Giorgio Napolitano, di tutelare le prerogative costituzionali delle Province;

- ai Parlamentari eletti nella Regione Marche, ed in particolare ai Parlamentari eletti nella Provincia di Fermo - Senatore Verducci Francesco, Senatore Ceroni Remigio ed Onorevole Petrini Paolo - di non approvare il DDL Delrio e di farsi promotori in Parlamento di iniziative volte: A) ad avviare una reale revisione delle disposizioni del titolo V della Costituzione, per riscrivere in modo condiviso le disposizioni costituzionali relative alla “forma di Stato” e ai rapporti tra lo Stato, le Regioni e gli Enti locali, in attuazione dei principi di democrazia - autonomia - sussidiarietà ed in concomitanza con una profonda riforma del Parlamento attraverso il superamento del bicameralismo perfetto e l’istituzione di un Senato delle Regioni; B) a garantire l’esistenza delle Province intese come strumento di partecipazione democratica dei cittadini nel governo del territorio;

- alle organizzazioni sindacali di mobilitarsi contro l’abolizione e lo svuotamento delle Province, anche per tutelare le persone che ci lavorano;

- alle forze economico-sociali di mobilitarsi per riaffermare la necessità di un punto di riferimento istituzionale certo nel territorio, per garantire il rilancio degli investimenti per lo sviluppo locale;

- ai cittadini tutti, agli uomini di cultura, alle associazioni e ai gruppi di volontariato di manifestare il loro attaccamento per il territorio, opponendosi all’abolizione o allo svuotamento delle nostre Province, o alla loro trasformazione in enti nominati dai partiti e non eletti direttamente dal popolo;

nel contempo,

CHIEDE

- che il Presidente della Giunta Regionale delle Marche si impegni fin da subito a ricorrere alla Corte Costituzionale nell’eventualità che siano approvate dal Parlamento le disposizioni del DDL A.C. 1542 (cd. Delrio) lesive delle prerogative costituzionali delle Province e delle Regioni;

- che i Consiglieri Regionali tutti, ed in particolare quelli eletti nella Provincia di Fermo, sostengano con tutti gli strumenti a loro disposizione la suindicata richiesta nei confronti del Presidente della Giunta regionale;

DISPONE

che il presente Ordine del giorno venga trasmesso al Signor Presidente della Repubblica On. Giorgio Napolitano, ai Parlamentari eletti nella Regione Marche, al Presidente della Giunta regionale delle Marche, ai Consiglieri Regionali tutti, ai Presidenti delle Province delle Marche, nonché al Presidente dell’Unione Province Italiane.