Dopo dieci giorni di incontri, spettacoli e proiezioni, la VII edizione del Premio “Paolo Volponi, letteratura ed impegno civile”, dedicata al grande scrittore urbinate, si conclude sabato 27 novembredue importanti appuntamenti.
In mattinata, prima aPorto Sant’Elpidio (ore 9-10.30), poi a Fermo (ore 11-12.30), i tre autori finalisti incontreranno gli studenti del territorio, con il coordinamento di Massimo Gezzi ed Emanuele Zinato.
La serata finale e l’assegnazione dei premi, con inizio alle ore 21,si terrà al Teatro delle Api di Porto Sant’Elpidio. A condurre sarà la giornalista televisiva Giovanna Zucconi, che molti ricorderanno per Pickwick, in coppia con Alessandro Baricco, Che tempo che fa, e il programma di Rai 3 Gargantua, attualmente impegnata nel nuovo e fortunatissimo programma di Fazio e Saviano Vieni via con me.
Sarà presente e farà da colonna sonora alla manifestazione il sassofonista classico Massimo Mazzoni, musicista di fama internazionale, che ha inciso per le edizioni italiane BMG, Edipan, Pentaphon, Ricordi e la giapponese Andersen.
Prima che i membri della Giuria popolare, composta da cento lettori forti, studenti delle Scuole superiori del Fermano, dell’EUF e da soci COOP, votino il libro Super-Vincitore dell’edizione 2010, verranno assegnati due premi scelti dalla Giuria tecnica e dalle Associazioni, in accordo con l’Assessorato alla Cultura della Provincia di Fermo.
Il Premio “Cultura e impresa”, dedicato ad un imprenditore distintosi nel suo campo, andrà quest’anno ad Alvaro Cesaroni, da sempre impegnato socialmente e politicamente: un imprenditore che nella sua vita è stato anche sindacalista ad Ivrea e a Rieti. È stato assunto, negli anni di Adriano Olivetti, in quell’azienda, proprio quando Paolo Volponi era responsabile del settore risorse umane, ed ha vissuto quello straordinario clima di innovazione e cambiamenti nelle relazioni industriali e sindacali. Cesaroni è stato poi Presidente dell’Unione Industriali del Fermano e Vice Presidente di Confindustria Marche.
Il riconoscimento alla carriera, il Premio “Lettere ed Arti”, andrà invece ad una delle personalità di maggiore spicco e popolarità della cultura italiana, Francesco Tullio Altan, che converserà sul palco con Mario Dondero, al quale fu dato il premio nella precedente edizione. Leggendario genio della matita, disegnatore e autore di fumetti, storica firma de L’Espresso, La Repubblica, Linus, e padre di Cipputi e della Pimpa, Altan è un inquieto e cinico fustigatore dei costumi italiani. Ha scritto di lui Umberto Eco: “forse la forza di Altan è nel non fare caricature di personaggi esistenti. Egli disegna dei Tipi. Alcuni sono certamente tipi storici, come l'immortale Cipputi, che forse un giorno apparirà come un Arlecchino della Commedia dell'Arte (che sopravvive anche quando più nessun servo dice "sior paròn"), memoria storica del fatto che un tempo è esistita una classe operaia.”
La serata si concluderà con la presentazione dei libri vincitori e la proclamazione del super-vincitore. Queste le motivazioni della Giuria tecnica, composta da Enrico Capodaglio, Angelo Ferracuti, Massimo Raffaeli ed Emanuele Zinato:
NICOLA LAGIOIARiportando tutto a casa (Einaudi)
Al suo terzo libro, Nicola Lagioia, barese di trentasette anni, scrive un’opera al passato prossimo che mira tuttavia al presente. È la storia di alcuni adolescenti (l’epicentro è Bari, anni ottanta), anzi è il memoriale di un adulto cui preme ritrovarne le singole parabole e coglierne ora per allora l’eventuale divergenza, il tratteggio rimosso, le cancellature, i vuoti che soltanto l’oblio è capace di colmare. Dunque quello di Lagioia è lo sguardo di chi oggi ha quarant’anni e fissa senza alcuna nostalgia (a nervi tesi, con la necessaria durezza) il decorso di un Bildungsroman che ha cadenza obbligata prima nello slancio a esistere poi nel relativo disincanto e nei suoi molteplici effetti di deriva. Costruita al plurale, in una partitura polifonica, l’opera procede per blocchi sintattici e snodi improvvisi senza nulla concedere agli automatismi della letteratura di genere e cioè al romanzo generazionale, o cosiddetto. Colpisce, semmai, la capacità di connettere sempre narrazione e riflessione, perciò di intendere la forma-romanzo come discorso plur imo e costrutto squisitamente intellettuale, sfidando un senso comune che la vorrebbe sempre vincolata, viceversa, allo sviluppo rettilineo di una singola vicenda. Perciò non è improprio (al di là degli indizi linguistici e stilistici) evocare il nome di Volponi a proposito di uno scrittore che, se ancora molto giovane, sa proporre un testo di effettivo rilievo e suggerire, finalmente, un’idea “massimalista” della letteratura.
Nicola Lagioia è nato a Bari nel 1973. Ha pubblicato i romanzi Tre sistemi per sbarazzarsi di Tolstoj (minimum fax, 2001), Occidente per principianti (Einaudi, 2004). Con Riportando tutto a casa (Einaudi, 2010) havinto l’ultima edizione del Premio Viareggio.
SEBASTIANO NATAIl valore deigiorni (Feltrinelli)
Se ne “Il valore dei giorni” l’intenzione era anche quella di umanizzare l’uomo grigio del management per disumanizzarne il sistema, l’operazione è perfettamente riuscita. Anche se questa volta Nata fa un affondo diverso. Contrariamente ai suoi altri libri, dove l’autobiografico protagonista comunque viveva la doppia condizione di fascino e miseria, qui lo strappo esistenziale avviene come un tradimento. L’inetto camaleontico che ha sempre navigato a vista e galleggiato in azienda, durante una riunione scopre i nervi scoperti della sua umanità e si ribella a una nuova cannibalesca ristrutturazione. Pensando ai tagli di teste gli viene in mente una cosa agghiacciante: “le leggi razziali, l’esame effettuato dai medici nazisti all’ingresso dei campi di concentramento per stabilire chi era abile al lavoro e chi no.” La forza per dirlo la troverà nella profondità delle sue radici: “gli era parso di avere nelle vene una corrente diversa, magari quella che aveva Domenico, che aveva avuto suo padre.” Il suo temibile capo glielo dirà: “Prima non eri così”. Cercherà di recuperare, tentando di riportare la sua vita a dentro i ranghi, anche se qualcosa in lui si è definitivamente rotto per sempre.
Con questo nuovo romanzo, dove i valori umani, quelli veri, prendono a cazzotti quelli numerici e spietati del profitto, Sebastiano Nata riesce con rara capacità, e con una scrittura abilmente misurata, senza sbalzi e volazzi, stilisticamente esatta, a raccontare questi nostri anni bui dove il danaro e le merci fanno il destino di ogni vita. E dove “non ci sono più personaggi perché nessuno agisce come tale, nessuno ha un proprio copione. L’unico personaggio, è banale dirlo, è il potere”, come scrisse Paolo Volponi.
Sebastiano Nata è nato a Sant’Elpidio a Mare nel 1955. Il dipendente, il suo primo romanzo (Theoria 1995, Feltrinelli 1997), ha avuto un’accoglienza straordinaria dalla critica. Con Feltrinelli ha pubblicato anche La resistenza del nuotatore (1999), con il quale ha vinto il Premio Mastronardi - città di Vigevano, e Mentre ero via (2004).
LAURA PUGNOQuando verrai (Minimum Fax )
Quando verrai è una favola allegorica: una narrazione coraggiosa, per la forza geometrica dello stile e per la capacità di penetrazione sociale, incentrata su minuti dettagli. Eva, la ragazzina protagonista, come suggerisce il suo nome è l’essere nuovo che abita l’anno zero. Il suo corpo, coperto di macchie; la sua sola inconsapevole bussola che la guida d’istinto in un mondo fatto di stracci, sacchetti di plastica e fazzoletti sporchi, disposti lungo un infinito guard-rail. Morantiano “cucciolo di scarto”, si differenzia dagli altri suoi coetanei per le chiazze sulla pelle e per la chiaroveggenza: le basta toccare un umano per avere la visione dell’istante in cui questi morirà. Il suo transito in un mondo devastato, come nel Pianeta irritabile di Volponi, si svolge verso una meta: una consapevolezza istintiva e animale della nostra verità e di quella del mondo, recuperabile, tra crudeltà e smemoratezza imperanti.
La Pugno trapianta nel romanzo la sua perizia di poeta e scolpisce in tal modo una scrittura narrativa inesorabile, lapidaria e ritmata. Quando verrai grazie al rasoio della corporalità infrange senza indulgenza lo schermo della de realizzazione e ci ricorda come dentro ogni corpo mortale sia custodita la carica cognitiva che svela il cosmo sociale dell’animale uomo.
Laura Pugno è nata a Roma nel 1970. Ha pubblicato un romanzo, Sirene (Einaudi 2007), finalista al Premio Bergamo e vincitore del Premio Libro del Mare 2008; una raccolta di racconti, Sleepwalking (Sironi 2002); due raccolte poetiche, Il colore oro (Le Lettere 2007) e Tennis (nem 2002); e i testi teatrali di DNAct (Zona 2008).
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