Pubblichiamo la lettera inviata dal Presidente Fabrizio Cesetti ai Parlamentari eletti nelle Marche (i deputati Paolo Petrini e Remigio Ceroni, oltre al senatore Francesco Verducci).

 

Oggetto: Conversione in legge del decreto legge 14 agosto 2013 n. 93, recante disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere nonché in tema di protezione civile e di commissariamento delle Province (AC n. 1540)

 

E’ in corso l’esame presso le competenti Commissioni Parlamentari del Disegno di Legge AC. 1540 di conversione del Decreto Legge n. 93/2013 il quale all’art. 12 prevede:

1) la conferma dei provvedimenti di scioglimento degli organi e di nomina dei commissari nelle amministrazioni provinciali disposti in applicazione dell’art. 23 del decreto salva Italia, dichiarato incostituzionale con la sentenza 220/2013;

2) la proroga dei commissariamenti in essere fino al 30 giugno 2014;

3) il commissariamento degli Enti i cui organi cessano per scadenza naturale o altri motivi nel periodo dal 1° gennaio al 30 giugno 2014.

Con la citata disposizione viene di fatto posta la parola fine alle Province quali articolazioni della Repubblica Italiana, così come previste dall’art. 114 della Costituzione, e nel contempo viene intenzionalmente calpestata la Costituzione ed inascoltata la stessa Corte Costituzionale in quanto la norma proposta risulta in palese contrasto con il contenuto della sentenza n. 220/2013.

Invero, la sentenza della Corte sulle Province ha chiarito che lo strumento del Decreto-Legge non è utilizzabile per introdurre nuovi assetti ordinamentali che superino i limiti di misure meramente organizzative, come è senza dubbio la negazione della possibilità di rinnovo degli organi di governo nel primo turno utile di elezioni amministrative stabilita nel provvedimento in esame.

Dopo la sentenza 220/2013 della Corte Costituzionale il primo dovere del Governo sarebbe stato quello di ripristinare la legittimazione democratica delle Istituzioni Provinciali negata da disposizioni ormai dichiarate incostituzionali. Nel decreto, invece, il Governo fa la scelta di dare una nuova copertura legale ai Commissariamenti in atto con il preciso obiettivo di impedire di nuovo il rinnovo degli organi delle Province attraverso le elezioni, nell’incertezza sull’iter della riforma costituzionale e del Disegno di Legge “Delrio”.

La proroga dei Commissariamenti è illegittima, poiché è fissata al 30 giugno 2014 proprio per impedire la convocazione dei comizi elettorali per il turno elettorale primaverile del 2014 che può svolgersi nel periodo dal 15 aprile al 15 giugno (il turno annuale ordinario previsto dalla legge 7 giugno 1991, n. 182).

Con il Decreto Legge si prorogano oltre i termini previsti dalla legge le gestioni commissariali che traggono la loro fonte di legittimazione in norme dichiarate incostituzionali, in palese contrasto con i principi di democrazia e autonomia degli articoli 1, 5, 48 e 114 della Costituzione, che configurano le Province come Istituzioni costitutive della Repubblica, enti esponenziali delle loro comunità territoriali i cui organi devono essere eletti dal popolo.

Con l’ulteriore proroga dei commissariamenti fino a giugno 2014, si incorre in un palese abuso di potere nell’utilizzo di uno strumento a cui si dovrebbe ricorrere solo in via eccezionale, per sanzionare casi gravi di cattivo funzionamento degli enti (infiltrazioni della criminalità organizzata) e, comunque, in vista di un rapido ripristino della normale legittimazione democratica degli organi di governo della Provincia. Solo per fare un esempio emblematico, la Provincia di Ancona, da tempo commissariata, non riuscirà a rinnovare democraticamente gli organi a distanza di quasi tre anni. Verrebbero, altresì, gestite da un Commissario, alla scadenza naturale del 2014, la Provincia di Fermo, la Provincia di Ascoli Piceno e la Provincia di Pesaro Urbino.

Per tacere della mancanza di omogeneità nei contenuti del Decreto Legge atteso che la proroga dei commissari delle Province non ha alcuna omogeneità con la prevenzione ed il contrasto della violenza di genere o con la tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica che costituiscono l’oggetto del decreto legge e si pone, quindi, in contrasto con l’art. 77 della Costituzione, come più volte deciso dalla Corte Costituzionale.

Come Province auspichiamo un percorso aperto di confronto con il Governo ed il Parlamento per una riforma di tutta l’architettura istituzionale del nostro Paese, ma riteniamo inaccettabile l’eventuale approvazione di una disposizione che rappresenterebbe un precedente gravissimo di sospensione della democrazia.

Anche se come Upi Marche, nella riunione dell’Ufficio di Presidenza del 18 u.s., abbiamo deciso di investire della questione tutti i Parlamentari marchigiani, sento comunque il dovere di rivolgermi personalmente alla Vostra sensibilità politica ed istituzionale sicuro di interpretare le aspettative del territorio fermano.

Vi chiedo, pertanto, un impegno per il ripristino della legalità costituzionale, attraverso l’approvazione di emendamenti che rimuovano dall’art. 12 del D.L. 93/2013 la previsione dei Commissariamenti delle Province fino al 30 giugno 2014, in modo da consentire il rinnovo democratico degli organi nel turno elettorale amministrativo della primavera 2014.

Cordiali saluti.

Il Presidente

On. Avv. Fabrizio Cesetti