La Giuntaprovinciale, avendo gli uffici preposti verificato la conformità urbanistica della richiesta del Comune di Fermo in merito alla variante per la realizzazione dell’impianto di depurazione a San Marco, ha concesso il proprio parere favorevole. Nella delibera la Giunta ha però manifestato il proprio dissenso circa l’opportunità di localizzare l’opera pubblica nel sito indicato in variante all’attuale PRG, perché ritenuto assolutamente inidoneo e di eccessivo impatto ambientale.
Una scelta pregiudizievole per la salvaguardia dell’ambiente, del paesaggio e delle vocazioni delle zone di territorio interessate.
Nel testo viene evidenziato come, “considerata l’attitudine turistica della costa Elpidiense e Fermana sarebbe quanto mai opportuno evitare un forte impatto ambientale avverso le esigenze della balneazione nel malaugurato caso di malfunzionamento dell’impianto di depurazione. Di per se solo questa problematica sarebbe sufficiente a indurre una scelta assennata di ubicazione del medesimo impianto in aree il più possibile lontane dalla costa anche in considerazione dei diversi e più favorevoli limiti di sostanze inquinanti ammessi negli scarichi degli impianti di depurazione imposti dal nuovo piano regionale di tutela delle acque per gli scarichi stessi, a distanze inferiori ai 10 km dal mare.
Ulteriore e altrettanto importante motivazione è costituita dalla opportunità di non concentrare sulla costa i liquami provenienti dall’entroterra anche la fine di consentire il riutilizzo delle acque depurate (acque ricche di sostanze nutrienti) per scopi irrigui ed industriali, cosa tanto più difficile quanto più prossimo al mare è ubicato l’impianto.
Infine l’opera pubblica proposta non tiene minimamente conto del migliore utilizzo degli impianti già esistenti sia per quanto riguarda gli impianti di depurazione veri e propri che per ciò che riguarda le stazioni di sollevamento e relative condotte fognarie, sia a gravità che a pressione, al fine del contenimento della spesa necessaria per la costruzione della nuova opera e per la eventuale modifica di quelle esistenti.
Sotto un profilo più squisitamente paesaggistico può altresì rilevarsi come l’area (indicata dal Comune di Fermo) non appaia idonea ad accogliere tali impianti in quanto è ubicata a circa 1,5 km dalla costa ed ai margini di un’area paesaggisticamente vincolata ai sensi del Codice Urbani (Fiume Tenna), ricadente in una zona agricola inedificata, di notevole interesse naturalistico e paesaggistico. La scelta progettuale del sito è inopportuna anche perché ubicata a circa 300 metri a monte di un altro depuratore (in località San Tommaso-Tre Archi) e contribuisce ad aumentare i negativi impatti cumulativi dei carichi inquinanti immessi sul corpo idrico del Fiume Tenna; al fine di ridurre le condizioni di rischio idrogeologico e prevenire ogni pregiudizio a carico dell’ambiente naturale (risorsa idrica) e del paesaggio, il nuovo depuratore avrebbe dovuto essere ubicato in una zona posta più a monte garantendo così anche una più efficace depurazione dei reflui”.
Nelle sue conclusioni, la Giunta provinciale ha riaffermato le concrete e reali soluzioni progettuali alternative all’attuale progetto, trasmesse al Presidente dell’ATO5 Ascoli Piceno dall’Assessorato all’Ambiente della Provincia di Fermo, oltre alle linee programmatiche di mandato amministrativo, approvate in Consiglio Provinciale, relativamente all’opera pubblica in questione , nelle quali “si ritiene opportuna la realizzazione di un impianto più piccolo ed arretrato rispetto alla fascia costiera di quello previsto dall’attuale amministrazione comunale in località Paludi-San Tommaso. La minore dimensione dell’impianto è resa possibile grazie ad una più razionale connessione-organizzazione degli impianti già esistenti a Salvano e Porto Sant’Elpidio con l’intento di ottimizzare al massimo l’utilizzo delle acque depurate per scopi irrigui e industriali”.
Tali proposte alternative sono state però ignorate, proseguendo in una scelta palesemente sbagliata.