La CGIL Funzione Pubblica, a firma congiunta delle segreterie provinciali di Ascoli e Fermo, il 7 luglio ha emesso e dato alla stampa un duro comunicato di protesta, denunciando la mancata applicazione degli accordi sindacali sottoscritti lo scorso marzo 2009, relativi alla divisione delle province di Ascoli e Fermo.
Si lamenta il “determinarsi di una situazione drammatica che colpisce i lavoratori degli enti, i livelli occupazionali, la qualità e la quantità dei servizi da erogare ai cittadini e provoca una mancata razionalizzazione dell’uso delle risorse”. Da ciò deriverebbe anche ed in particolare una assoluta inefficienza dei Centri per l’Impiego (chissà perché proprio quei servizi e non altri). Tutto ciò per colpa delle due Amministrazioni provinciali.
Il comunicato si chiude poi con la minaccia di iniziative sindacali e vertenziali per ottenere subito l’immediata esecuzione degli impegni presi e sottoscritti dalle due Amministrazioni di Ascoli e Fermo.
Non è costume di questa Provincia polemizzare con le organizzazioni sindacali ma, viceversa, conoscere ed affrontare le problematiche che coinvolgono i propri dipendenti perché possano operare al meglio e corrispondere alle aspettative degli utenti, così come hanno sempre fatto sin dall’inizio dell’attività di questo nuovo Ente.
Tuttavia il tenore del comunicato appare non solo esagerato ed ingiusto, anche alla luce della situazione realmente drammatica dei tanti lavoratori che oggi si trovano in difficoltà e che sono stati posti in mobilità o in CIG straordinaria, ovvero dei tanti precari rimasti senza lavoro e senza sostentamento, ma destituito di fondamento.
Come ben sa la CGIL le difficoltà applicative non vengono da questa Provincia, bensì è la Provincia di Ascoli che, anche a seguito di eminenti pareri di organi dello Stato, ha avanzato perplessità e resistenze sull’applicazione di certi istituti del contratto decentrato le cui previsioni non appaiono consone alle discipline dei sovraordinati contratti nazionali.
Tali problematiche esistono realmente ed andrebbero affrontate con sano realismo e tempestività attraverso un nuovo confronto con il Sindacato che consenta di riesaminare gli istituti contrattuali di più controversa applicazione, riconducendoli nell’alveo della piena legalità proprio nell’interesse di quei lavoratori che il sindacato dice di voler tutelare al fine di evitare che possa accadere ciò che il Tribunale di Ascoli Piceno ha chiaramente affermato nella sua Ordinanza di cui alla causa 217/2010 in merito ai succitati contratti, ovvero che pure in presenza di “uno spontaneo adempimento dell’Amministrazione alla clausola contrattuale in contestazione, il dipendente si possa veder successivamente esposto ad una azione di restituzione per indebito oggettivo, essendo ripetibile anche il pagamento ricevuto in buona fede”.
In ogni caso l’Amministrazione provinciale di Fermo, comunque consapevole dei disagi che il forzato trasferimento ha creato a molti suoi dipendenti, si adopererà in ogni opportuna sede per garantire e tutelare le legittime aspettative del proprio personale, sia nella direzione di una ricomposizione di qualsiasi dissidio con la Provincia di Ascoli per l’applicazione dei contratti sottoscritti e sia sul fronte di un sereno confronto con le parti sindacali che lo richiederanno per garantire una piena e legittima attuazione degli stessi accordi.