Una contrarietà motivata, in linea con il programma di mandato che pone le sue fondamenta sulla sostenibilità condivisa delle risorse ambientali e territoriali. Dopo il dibattito dei giorni scorsi, il Presidente della Provincia di Fermo Fabrizio Cesetti torna sulla questione del progetto di un motodromo in località San Marco alle Paludi.
“Già nelle Conferenze dei Servizi preliminari abbiamo manifestato la nostra posizione di contrarietà, restando comunque aperti ad un confronto costruttivo e ad ipotesi alternative. L’opera proposta dal Comune di Fermo interesserebbe 120 ettari di terreno agricolo, vergine, in un’area di grande pregio paesaggistico che si affaccia sul fiume Tenna. Va evidenziato che si tratta di una delle poche residue aree libere, forse l’unica, ad elevata valenza paesaggistica, posta in prossimità della fascia litoranea che verrebbe irrimediabilmente compromessa da un intervento di questa portata. Il territorio interessato ha infatti una spiccata vocazione agricola, turistica e naturalistica, dal quale si godono magnifiche visuali panoramiche sia verso il mare sia verso l’entroterra fermano. Nel panorama spicca inoltre una collina caratterizzatasi come uno degli elementi di maggior pregio del territorio fermano, un luogo di rara bellezza in prossimità del crinale dal quale domina la storica torretta Matteucci. Un territorio sulla sponda destra del fiume Tenna per il quale il PRG del Comune di Fermo prevede la destinazione a parco fluviale, in analogia alle vocazioni già attuate sulla sponda sinistra dai Comuni di Monte Urano e Sant’Elpidio a Mare. Basta ricordare il parco “Alexander Langer” di Monte Urano e il parco di Luce Cretarola, che ogni anno richiamano un numero elevato di visitatori e di turisti. Per migliorare la fruizione turistica e naturalistica dell’intera area fluviale, gli ambienti lacustri potrebbero essere messi in rete con collegamenti ciclopedonali a basso impatto ambientale. La sua vocazione a parco non escluderebbe comunque l’utilizzo di tipo naturalistico e sostenibile dell’area con l’eventuale possibilità di insediare piccole attività turistiche quali agriturismi, country house e beauty farm che prevedano il contestuale recupero e riqualificazione dei volumi esistenti”.
Il progetto di motodromo, oltre alla realizzazione di ingenti e indeterminate volumetrie per le strutture di servizio quali paddock, officine, box, prevede una pista asfaltata della lunghezza di circa 5 chilometri, tra corsie di marcia e vie di fuga, della larghezza da 12 a 14 metri, che si sviluppa su un’area di versante, dal crinale al fiume, caratterizzata a tratti da una forte acclività. In queste zone, con pendenze anche superiori al 30%, il PRG vieta movimenti di terra che modificano permanentemente il profilo del terreno esistente. Lo studio di fattibilità presentato non contiene tutti i particolari dell’opera, ma si tratta indubbiamente di un intervento di rilevante impatto ambientale, la cui realizzazione comporterebbe inevitabili movimenti di terreno con sterri e riporto che altererebbero irreversibilmente il paesaggio naturale e lo skyline del versante collinare.
“Riteniamo che per la valorizzazione e lo sviluppo economico di questa area si possano valutare progetti di altro tipo, meno impattanti e più sostenibili da un punto di vista ambientale. Inoltre ad oggi manca ancora un piano che garantisca la sostenibilità economico-finanziaria dell’intervento e nulla è stato previsto sul grado di reversibilità delle opere qualora queste non risultassero più remunerative. Non può sfuggire ai più che un intervento di questo tipo potrebbe non essere sostenibile anche sotto il profilo economico se non accompagnato da ingenti trasformazioni territoriali di tipo residenziale, turistico, commerciale e direzionale, chiaramente incompatibili con la natura e il pregio paesaggistico dell’area. Non a caso il progetto originario prevedeva un insediamento volumetrico di oltre 220.000 metri cubi”.
“La contrarietà della Provincia – ribadisce il Presidente – non costituisce un ‘no’ pregiudiziale e/o ideologico (come già riconosciuto anche dal Sindaco di Fermo immediatamente dopo la Conferenza dei Servizi del 14 giugno 2010), ma piuttosto una convinzione che si ritiene meritevole di rispetto.
E ciò è tanto vero che da subito abbiamo affermato di sentire la necessità di aprire un dialogo con la cittadinanza, i Sindaci e l’intero Consiglio Provinciale per confrontare le ragioni del ‘no’ con le ragioni del ‘si’ – pure esse rispettabili – affinché prevalga la forza della ragione ed il più possibile una soluzione condivisa.
Su questi presupposti nelle settimane precedenti ho voluto confrontare la posizione con tutti i rappresentati delle forze di maggioranza, che hanno pienamente condiviso il ‘no’ a questa opera di grande impatto ambientale.
Altri confronti verranno avviati ed all’esito ciascuno per quanto di competenza si assumerà le proprie responsabilità. All’interno di questo percorso il Presidente della Provincia di Fermo – conclude Cesetti – saprà esercitare le proprie prerogative, mantenendo fede agli impegni assunti con i cittadini e coerentemente con le linee di indirizzo del programma di mandato”.