In Europa le donne sono solo il 33% dei ricercatori Europei. A rivelarlo, l’ultima edizione dell’Indagine “She figures 2012”, pubblicata lo scorso 5 aprile dalla Commissione Europea in collaborazione con i corrispondenti statistici del gruppo di Helsinki "Donne e scienza", e volta ad analizzare e comprendere l’attuale situazione delle donne nel campo della scienza e della ricerca.

Secondo i dati rilevati, nonostante le strategie UE per promuovere la parità di genere e i notevoli risultati ad oggi ottenuti, la ricerca europea gode ancora di una scarsa presenza di donne e di un uso improduttivo di figure femminili altamente qualificate.

Nei 27 paesi dell’UE con l’aggiunta di Croazia, ex Repubblica jugoslava di Macedonia, Islanda, Israele, Norvegia, Svizzera e Turchia, le donne rappresentano soltanto il 33% dei ricercatori europei, il 20% dei professori ordinari e il 15,5% dei direttori nel settore dell'istruzione superiore.

Ancor più limitato il numero di quote rosa in posizioni di leadership e ruoli decisionali.

Le donne rappresentano, infatti, circa il 40% dei ricercatori nel settore dell'istruzione superiore, il 40% nel settore delle amministrazioni pubbliche e solo il 19% nelle imprese.

Il dato risulta ancor più preoccupante se si considera il fatto che negli ultimi anni, la percentuale di donne iscritte all’università sia stata sempre maggiore a paragone di quella maschile. Nel 2010, ad esempio, mentre il 59% degli studenti laureati europei era di sesso femminile, solo il 20% di accademici di alto livello UE erano donne e la situazione non sembra migliorare.

Le donne studiano di più, si laureano prima e meglio dei colleghi maschi, ma solo una piccola parte riesce a emergere nel mondo del lavoro, con una media di una sola donna ogni due uomini nei comitati scientifici e di gestione in Europa. Questa carente rappresentanza femminile, poi, è ancora più evidente in campi quali l’ingegneria e la scienza.

In Italia il numero di donne coinvolte in progetti di ricerca è pari al 34%. Il primo posto in classifica va alla Lettonia con il 52% dei posti assegnati a ricercatrici donne. Ultimo, con un dato a dir poco preoccupante, il Lussemburgo con solo il 21% delle figure femminili a sostegno della ricerca.

Máire Geoghegan-Quinn, Commissaria europea per la ricerca, l'innovazione e la scienza, ha espresso il proprio dissenso dichiarando come le ricercatrici rimangono ad oggi, ancora un’eccessiva minoranza, spesso tagliate fuori da posizioni di alto livello e di prestigio. “Una situazione questa”, ha dichiarato la Commissaria, “di grave ingiustizia ed uno scandaloso spreco di talenti”.

Obiettivo della Commissione per gli anni a venire, la promozione della parità fra i generi nei programmi di ricerca. La Commissione ha infatti chiesto agli Stati membri di contribuire all’avanzamento professionale delle donne, limitando gli ostacoli interni alle assunzioni e prestando impegno nel salvaguardare gli equilibri tra ricercatrici e ricercatori nell’avanzamento professionale.

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