Pubblichiamo i messaggi di Laura Boldrini (Presidente della Camera dei Deputati), Riccardo Di Segni (Rabbino Capo della Comunità Ebraica di Roma) e Bernard Delpal (Presidente dell’associazione Patrimoine et Historie de Dieulefit), inviati in occasione dell’apertura della Casa della Memoria di Servigliano.

 

LAURA BOLDRINI (Presidente della Camera dei Deputati)

La celebrazione dell'anniversario della Liberazione non è mai una formalità.

Questa ricorrenza ci chiama tutti al ricordo e alla riflessione.

Al ricordo, innanzitutto, delle tante persone che hanno combattuto e hanno dato la vita per la democrazia e la libertà.

Celebriamo la liberazione dell'Alta Italia dall'occupazione tedesca e dalla Repubblica di Salò.

Ma celebriamo anche i valori della Costituzione, il rifiuto della guerra, l’uguaglianza e la giustizia sociale.

Il 25 aprile segna la conclusione di una vicenda drammatica e il punto di partenza della ricostruzione della democrazia italiana.

Durante l'occupazione tedesca dell'Italia e nel corso della ritirata, la popolazione civile fu vittima di fatti di sterminio programmato e sistematico.

Decine di migliaia di italiani finirono nelle mani dell’apparato delle S.S. e della polizia tedesca, principale responsabile della deportazione di circa 24.000 oppositori politici italiani nei campi di concentramento tedeschi, e di circa 7.000 ebrei italiani nei campi di sterminio.

L’aspetto più agghiacciante di questa spirale di violenze è costituito da stragi, uccisioni indiscriminate di popolazione civile che vennero definite genericamente ‘rappresaglie’. Si trattava in realtà di operazioni di rastrellamento del territorio, volte a terrorizzare la popolazione per impedire qualsiasi sostegno alla Resistenza.

Il campo di concentramento di Servigliano - insieme a Fossoli e alla Risiera di Trieste - fu uno dei luoghi in cui quelle atrocità si manifestarono con particolare virulenza. Vi furono reclusi centinaia di cittadini italiani, la maggior parte dei quali non tornarono mai più.

Servigliano sarà dunque un chiaro esempio di quei luoghi della memoria che sono di vitale importanza per la nostra democrazia.

Sapremo onorare questo impegno di ricordo, di conoscenza e di lotta per un futuro migliore. Lo faremo con l’esperienza degli anziani e con la passione dei giovani come fu in quegli anni che sembrano lontani. Lo faremo con l’etica della convinzione e con lo spirito aperto che guarda al futuro, con speranza e con determinazione.

 

RICCARDO DI SEGNI (Rabbino Capo della Comunità Ebraica di Roma)

 

BERNARD DELPAL (Presidente dell’associazione Patrimoine et Historie de Dieulefit)

Cari amici di Servigliano e Fermo,

buonasera, sono Bernard Delpal da Dieulefit. Oggi, 23 aprile, è una giornata importante per voi, perché viene inaugurata un’importantissima struttura. Sfortunatamente, la nostra piccola associazione “Patrimonio e storia di Dieulefit” ed i nostri delegati locali non hanno potuto assistere a questo momento, anche se ci sarebbe molto piaciuto esserci. Con questo messaggio, vogliamo portarvi la nostra amicizia e la nostra vicinanza.

Quello che si inaugura oggi, è il risultato di un lungo lavoro che siamo felici di ammirare con voi. Un lavoro svolto, dal Comune di Servigliano e dalla Provincia di Fermo e dall’associazione “Casa della memoria” e dal suo Presidente, Filippo Ieranò, che saluto molto amichevolmente. La nostra collaborazione risale al 2008, in occasione del programma “L’altra resistenza”. A seguito di quel primo incontro, abbiamo sancito un patto di amicizia tra Servigliano e Dieulefit. Questo patto ci ha unito davvero tanto, in nome dell’interesse comune verso il tema dell’altra resistenza: la resistenza civile in Europa. Infatti, con Filippo Ieranò e con l’associazione “Casa della memoria” abbiamo subito condiviso questo interesse comune: la volontà di approfondire il tema del comportamento della popolazione civile durante la seconda guerra mondiale, in particolare, di fronte alle politiche di segregazione, sterminio ed esclusione. Quello che ci tenevamo a far emergere è che, accanto al movimento di resistenza ufficiale, armato e politico, esisteva una resistenza di tipo sociale. E’ stato interessante poter paragonare l’esperienza di due piccole città di tremila abitanti, Dieulefit e Servigliano, che non avevano altro legame storico tra di loro, che quello di essersi opposti, durante la seconda guerra mondiale – agli arresti, alle deportazioni ed allo sterminio degli ebrei, in particolare. Il programma “l’altra resistenza” ci ha avvicinati e questa vicinanza è stata molto fruttuosa, poiché è stata l’occasione di diverse nostre trasferte, ma anche di ricevere delle delegazioni di Servigliano a Dieulefit e di realizzare insieme una pubblicazione: “L’altra Resistenza – L’Autre Résistence”, un libro bilingue che ha avuto molto successo, tanto che della grande quantità di copie che abbiamo stampato, non ne restano, nel nostro centro, che tredici esemplari.

Dalle immagini del progetto dell’aula didattica che si è appena inaugurata, vedo che avete voluto realizzare un centro di incontro, un centro educativo e di ricerca in un luogo storico nel quale, durante il Fascismo, la popolazione contadina ha sottratto vittime dalle mani dei boia della Repubblica di Salò e da quelle dell’esercito tedesco di occupazione. Dunque, un luogo storico per la memoria della salvezza e della pace, così come lo avreste voluto. Noi salutiamo l’apertura di questa struttura, che trova una sua collocazione nella mappa dei luoghi europei della memoria e dei siti di rilevanza pedagogica. Infatti, tutti noi rappresentanti di questi luoghi abbiamo una missione comune: non dobbiamo lavorare per noi stessi, ma per le generazioni a venire ed, in questo senso, la vostra iniziativa è molto incoraggiante.

Durante una delle nostre trasferte, abbiamo avuto modo di verificare quale attenzione avete sempre rivolto al coinvolgimento della popolazione scolastica, nel proporre attività di riflessione e di lavoro - che hanno interessato delle intere classi, come nel caso della scuola di Santa Vittoria in Matenano - sul tema della dedizione di tante famiglie coraggiose che hanno assicurato la salvezza di ebrei, rifugiati alleati inglesi e americani, semplicemente perché si sono schierate dalla parte della ragione, del diritto e dell’umanità, laddove i loro nemici erano dalla parte del male, del razzismo, dell’esclusione e della violenza.

Trovo che questo lavoro che rivolgete ai giovanissimi studenti della provincia di Fermo sia essenziale e anche noi, a Dieulefit intendiamo seguire il vostro esempio.

Spero che i rapporti tra le nostre due associazioni proseguiranno continuando a dare importanti risultati. Nel prossimo 2014, abbiamo in programma diverse attività, tra le quali una serie di trasferte verso le più importanti realtà italiane per la conservazione della memoria della resistenza civile. Voglio, infine, segnalare che, a partire dallo scorso anno, anche il nostro centro di Dieulefit appartiene ad una rete regionale molto importante, la rete “Memora”, una rete che vuole incentivare la creazione di partenariati tra la Francia, la Germania, i Paesi Bassi, la Svizzera, l’Italia, la Spagna. Uno dei primi viaggi che effettueremo per questa rete sarà nelle Marche, in provincia di Fermo.

Vorrei ripetervi, cari amici, quanto siamo legati a questo nostro partenariato, sia per ragioni di amicizia che per ragioni scientifiche, pensiamo che ci siano i presupposti per avviare un grande progetto europeo, una sorta di itinerario dei luoghi della resistenza civile. So che Filippo ci tiene molto e vorrei dirgli che anche noi ci teniamo molto. A presto, cari amici.