Un’iniziativa che nasce dalla necessità di mantenere vivo un luogo, l’ex stazione ferroviaria adiacente al campo di concentramento di Servigliano, che, più di altri nel territorio fermano e nelle Marche, racchiude in sé la storia del Novecento. E’ su questi presupposti che la Provincia di Fermo, grazie alla collaborazione ed al supporto del Comune di Servigliano e della Regione Marche, è riuscita a ristrutturare e a realizzare un Centro di documentazione sulla storia del campo di concentramento, la Shoah, il razzismo e la resistenza civile. Centro che verrà inaugurato ufficialmente martedì 23 aprile, a partire dalle ore 10, alla presenza di numerose autorità e di studenti delle scuole.

“Questa struttura - commenta il Presidente Fabrizio Cesetti - grazie alle relazioni costruite dall’Associazione Casa della Memoria e dall’Istituto fermano per la Storia del Movimento di Liberazione, che si occuperanno della gestione, fa parte di una rete nazionale ed europea dei luoghi della memoria della Shoah e della resistenza civile. Inoltre, pochi giorni fa, abbiamo ricevuto la conferma della concessione dell’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica per la cerimonia di apertura del Centro, ad ulteriore conferma del valore dell’iniziativa, a cui vanno aggiunti i saluti ed i ringraziamenti da parte della Presidente della Camera Laura Boldrini e del Rabbino Capo di Roma Riccardo Di Segni.

Il 23 aprile, quindi, rappresenterà per il nostro territorio una data di fondamentale importanza culturale e civile, oltre che un’occasione unica per sentirsi tutti coinvolti nel processo di conservazione della memoria storica nazionale ed europea”.

“Il campo di Servigliano - sottolinea l’Assessore alla Cultura Giuseppe Buondonno - è un luogo della memoria di lunghe pagine di sofferenza e deportazione, ma anche di una straordinaria storia collettiva di solidarietà e riscatto civile. Dalla prigionia per soldati austro ungarici, nella grande guerra; alla deportazione di soldati alleati e famiglie di origine ebraica - alcune delle quali deportate, poi, nei campi di sterminio - nel secondo conflitto mondiale; alla resistenza civile di tante famiglie del fermano che nascosero prigionieri alleati ed ebrei fuggiti dal campo; fino al secondo dopoguerra, quando esso divenne centro di raccolta di profughi giuliano-dalmati e delle ex colonie africane; Servigliano racconta, appunto, fasi drammatiche ed essenziali della prima metà del secolo scorso. I tempi sono difficili, ma proprio per questo occorre sostenere il lavoro di chi si impegna per la formazione della coscienza storica dei giovani. Un ringraziamento sentito all’Assessorato regionale alla Cultura, al Comune di Servigliano ed a quanti, con noi, hanno costruito questo progetto”.

La nuova struttura prenderà il nome di Casa della Memoria, mutuato dall’associazione che da diversi anni si occupa di preservare la storia del sito; essa intende diventare un punto di riferimento per ricercatori, studenti e cittadini, che avranno la possibilità di consultare un ricco archivio di fonti sulla storia del Novecento. Particolarmente curato, inoltre, è l’allestimento multimediale, attraverso il quale i più giovani potranno sperimentare laboratori didattici e svolgere attività di ricerca.

“Con orgoglio e soddisfazione, alla fine di questo pregevole restauro, possiamo iscrivere all’anagrafe patrimoniale della nostra città - sottolinea il Sindaco di Servigliano Maurizio Marinozzi - un sito che fino al 1957 è stato un valido punto di riferimento per la mobilità del nostro territorio. Oggi diventa un punto di riferimento della memoria con la creazione dell’Aula Didattica sulla storia del Novecento per la formazione culturale delle nuove generazioni. La lotta contro la malattia del secolo, “l'Alzheimer dei popoli”, ovvero la perdita della memoria storica, non può essere affidata solo alle indispensabili testimonianze di chi ha vissuto un periodo consegnato al passato, con conseguente impoverimento della cultura delle nuove generazioni, ma ha bisogno di luoghi che, consumandoli, sappiano trasmettere al meglio quanto scritto nei libri impolverati che purtroppo nessuno o quasi legge più. Per cui Servigliano, quale luogo della memoria, è una mirabile soluzione. Tutto questo e stato possibile grazie alla sensibilità dell’Amministrazione comunale di Servigliano e di quella provinciale di Fermo, con l’aiuto della Fondazione Carifermo. Da oggi rivive con il massimo splendore la stazione di Servigliano”.