Ritenevo che la questione del ricorso da parte del Dirigente della Provincia a 4 interinali per soli 4 mesi fosse stata ampiamente chiarita dopo la pubblicazione dell’interrogazione del dott. Di Ruscio e della conseguente risposta del sottoscritto, pure pubblicata.

Invece, ho letto sulla stampa locale di domenica 31.3.2013 alcune dichiarazioni attribuite al dott. Di Ruscio che riporto testualmente: “Presso gli Uffici della Provincia si mormora che uno dei quattro assunti attraverso agenzia interinale sia nipote del Presidente. Io non ci credo. Ma è bene stoppare queste chiacchiere” (cfr. Corriere Adriatico); “Negli Uffici della Provincia si mormora che uno dei quattro assunti attraverso agenzia interinale abbia qualche legame di parentela con il presidente. Io non ci credo. Ma è bene stoppare queste chiacchiere” (cfr. Resto del Carlino).

Quanto riportato e’ totalmente falso!

Tutti i mie cinque, stupendi, nipoti (alcuni dei quali molto piccoli), come pure le mie figlie, sono impegnati nei loro studi, non sono iscritti a nessuna agenzia interinale, non hanno mai prestato, né ambiscono a prestare, attività lavorativa presso la pubblica amministrazione.

Inoltre, come è assolutamente ovvio, i 4 assunti non solo non sono miei neanche lontani parenti, ma sono per me dei perfetti sconosciuti.

E considerato che le predette circostanze erano facilmente deducibili e/o, comunque, accertabili da parte del dott. Di Ruscio dall’esame della Determina dirigenziale, a lui accessibile, è di tutta evidenza che le affermazioni dello stesso assumono intenzionalmente un carattere calunnioso e, comunque, diffamatorio nei confronti del sottoscritto, propalate con metodi di medievale memoria riportando “mormorii” di soggetti non identificati e facendo palesemente intendere che con la mia lunga risposta abbia voluto coprire chi sa che cosa.

Le affermazioni del dott. Di Ruscio sono ancor più gravi se si pensa a questo particolare momento in cui l’opinione pubblica esige, giustamente, dai rappresentanti delle istituzioni comportamenti onesti e trasparenti al di là di “ogni ragionevole dubbio”.

Né il dott. Di Ruscio - al quale ho telefonato domenica invitandolo a rettificare un’affermazione non solo all’evidenza falsa, calunniosa, diffamatoria nei miei confronti, ma lesiva anche nei confronti dei miei nipoti - ha ritenuto di emendare il suo comportamento con una dichiarazione alla stampa, come pure aveva promesso di fare.

E questo rafforza la sua palese malafede e l’intenzionalità di volermi screditare agli occhi della pubblica opinione, tanto che - essendo oramai passati dei giorni invano - sono costretto, mio malgrado, ad intervenire.

E non essendo la prima volta che il dott. Di Ruscio si lascia andare a gravissime, quanto false, insinuazioni, non si lamenti più se qualcuno lo chiama a rispondere del suo comportamento!

Una domanda, infine, agli autori degli articoli nella consapevolezza del grande ruolo che la stampa svolge presso la pubblica opinione.

Ritengono lecito, eticamente corretto e giusto dare “ospitalità” e voce ad insinuazioni prive di qualsiasi fondamento e rispetto a fatti agevolmente verificabili anche da loro?

Ritengono giusto concorrere nel gettare discredito sul Presidente della Provincia e “costringerlo” a giustificarsi nei confronti dei cittadini rispetto ad ipotesi completamente false?

Ritengono giusto “costringere” ragazzi (i miei nipoti) che con grande profitto si occupano solo dei loro studi e dei loro sogni a “discolparsi” e/o “giustificarsi” nei confronti dei loro coetanei per presunti, quanto inesistente, favoritismi?

Lo domandino – come lo dovrebbe domandare il dott. Di Ruscio – alla loro coscienza di uomini prima e di giornalisti dopo.

Chiedo, infine, al Corriere Adriatico ed al Resto del Carlino che venga formalmente rettificato quanto falsamente riportato domenica 31.3.2013 attraverso le dichiarazioni del dott. Di Ruscio, con riserva di ogni azione.

 

Il Presidente

Fabrizio Cesetti