In relazione a quanto riportato sulla stampa a seguito dell’interrogazione divulgata dal Consigliere provinciale Di Ruscio che si aggiunge alla lettera dei Sindacati sulla situazione del CIOF della Provincia di Fermo (Centro per l’Impiego, l’Orientamento e la Formazione professionale) e al ricorso per soli 4 mesi al lavoro interinale, sento il dovere di precisare quanto segue:

che la situazione del CIOF della Provincia di Fermo, uno dei servizi strategici più delicati e complessi,  fosse in grande affanno è un dato di fatto che l’Amministrazione non ha mai sottaciuto rendendo pubblici, però, i dati di confronto con le altre Province che, sostanzialmente a  parità di numero di utenti, hanno almeno il doppio del personale dipendente, in quanto la Regione Marche ha istituito un solo Centro per l’Impiego nella Provincia di Fermo contro i due della Provincia di Ascoli Piceno ed i 3 delle altre Province.

Quindi coloro che insistono nel denunciare tale situazione (sindacati e consiglieri provinciali) “scoprono l’acqua calda” e non aiutano il Servizio e gli utenti, facendo finta che il Governo Centrale negli ultimi 3 anni abbia scherzato quando ha tagliato di oltre 7 milioni di euro le risorse correnti del bilancio della nostra Provincia, ha bloccato ogni forma di assunzione e non ha onorato i debiti per l’alluvione per circa 3,5 milioni di euro.    

E che tale loro denuncia appare chiaramente strumentale alla mera polemica lo dimostra anche il fatto che si limitano a preoccuparsi delle centinaia di disoccupati che si rivolgono giornalmente al Centro per l’Impiego, che ovviamente meritano la massima attenzione, dimenticando però le altrettanto notevoli difficoltà del campo della formazione dove il relativo Servizio sta fronteggiando l’obbligo formativo di oltre 5.000 cassaintegrati in deroga, numeri che all’inizio del nostro mandato hanno seriamente rischiato di mandare in tilt la nostra organizzazione che, al contrario, oggi, pur con i limiti normativi e le grandi difficoltà di cui sopra, riesce a tenere il passo grazie alla professionalità e al sacrificio dei suoi circa 50 dipendenti.

Ed i risultati ci sono come  viene sempre più riconosciuto anche dalle autorità di gestione e di controllo della Regione Marche attraverso  i dati ufficiali sulla rendicontazione della spesa del FSE, in confronto alle altre quattro Province, ovvero lo stato di avanzamento degli impegni e degli adempimenti sul fronte della cassa integrazione  in deroga.

Per non parlare del fatto che mentre ci saremmo potuti limitare a gestire l’emergenza, sia dal lato delle politiche passive che di quelle attive, la Provincia di Fermo ha compiuto un grande sforzo, sempre con le limitate risorse di cui sopra e si è distinta, in campo sia regionale che nazionale, per esemplari progetti di sviluppo del mercato del lavoro come, ad esempio, il Progetto Colombo per la creazione di nuove imprese ovvero il Progetto per l’innovazione tecnologica delle PMI, con relativi assegni di ricerca per giovani laureati, che la stessa Regione Marche in sede di preventiva valutazione ha dichiarato formalmente  di trovarsi di fronte ad una proposta assolutamente innovativa  che non ha avuto precedenti in campo regionale.

Ciò detto, rispetto all’interrogazione del consigliere provinciale Di Ruscio del 28 marzo u. s., che ovviamente non ha perso tempo per accodarsi ad una polemica sollevata nei giorni precedenti dalle organizzazioni sindacali, il quale chiede di avviare nuove procedure di evidenza pubblica per assunzioni di personale, restiamo allibiti ripensando alle sue battaglie contro i concorsi di due anni fa, come se fare o non fare un concorso pubblico dipenda unicamente da una volontà politica dell’Amministrazione, o addirittura dalla discrezionalità di un dirigente, facendo finta che non esistono quei vincoli che sono il frutto della grave situazione del Paese.

Ebbene, lo diciamo con chiarezza ed una volta per tutte, non vi è più alcuna possibilità in questo mandato amministrativo per espletare nuovi concorsi ancorché a tempo determinato, per molteplici ragioni tra cui gli ulteriori drastici tagli alle risorse correnti del 2013 operate dall’ultima legge finanziaria, i vincoli insuperabili sulla spesa annua del personale e la necessità di mantenere l’equilibrio finanziario anche nel 2013.

In assenza della possibilità di espletare concorsi ma anche di aumentare la spesa del personale attraverso le altre forme contrattuali previste dalla legge come le COCOPRO o il lavoro occasionale, non esiste che la possibilità, di fronte alle esigenze motivate che laddove esistessero risorse finanziarie alternative a quelle proprie del bilancio, di ricorrere, in casi limitati e circoscritti, alle forme di outsourcing di servizi ovvero ai contratti di somministrazione tramite le agenzie interinali.

Ed è quello che il competente dirigente ha fatto con la determinazione dirigenziale n. 172 del 13 febbraio 2013, che essendo ampiamente motivata è condivisa dall’Amministrazione, pur essendo un atto di Sua esclusiva competenza organizzativa, che al contrario non condividerebbe un Suo intervento di revoca del provvedimento in autotutela.

Tra l’altro da ciò che l’Amministrazione ha potuto osservare e verificare, l’operazione del ricorso al lavoro interinale, oltre ad essere legittima, è stata gestita con correttezza, trasparenza e cautela, dal momento che è stata dapprima espletata una gara informale tra tre Agenzie interinali (non obbligatoria) è stato chiesto alla vincente di fornire non uno ma tre curricula per ciascuna candidatura e la selezione, che normalmente viene demandata alla stessa Agenzia, è stata svolta all’interno dell’Amministrazione da un’apposita commissione.

Il tutto con i caratteri dell’urgenza e quindi con le sole forme di pubblicità di legge.

E per quel che riguarda i Sindacati è singolare ipotizzare rischi di fughe di dati sensibili. Questo rischio, in teoria, potrebbe coinvolgere ogni operatore dell’Amministrazione Pubblica tanto che, come buona prassi, nei Settori di propria competenza il Dirigente in questione ha ritenuto di operare alcune rotazioni. In realtà ciascun soggetto che a qualsiasi titolo operi all’interno dell’Amministrazione è tenuto a rispettarne il codice etico e a garantire un comportamento professionale deontologicamente ineccepibile, e il loro allarme costituisce un atto di sfiducia nei confronti di chi è tenuto a far rispettare tale codice e cioè i Responsabili dei Servizi con in testa il Dirigente. In ogni caso ai lavoratori interinali incaricati è stato fatto sottoscrivere lo stesso atto per la “privacy” dei dipendenti pubblici.

Peraltro da quello che mi risulta il problema non ha fondamenta perché due dei quattro interinali operano a supporto dell’ufficio rendicontazione della spesa del FSE (per questo motivo sono stati scelti necessariamente due ragionieri che non sarebbe stato possibile reperire tra le graduatorie dei vecchi concorsi cosi come gli altri due interinali non hanno accesso alle funzioni più sensibili di job agency).

Detto questo, visto che la pressione dei disoccupati sul centro per l’impiego purtroppo tende ad aumentare, anche a causa delle recenti numerose crisi aziendali, e visto che nella fase finale del periodo di programmazione del FSE 2007/2013 occorre completare sia le rendicontazioni di spesa che i controlli previsti dalla legge ai diversi livelli, il Dirigente competente valuterà nell’esercizio delle sue prerogative e responsabilità, in casi altrettanto motivati e circoscritti, se si debba nuovamente ricorrere a tali strumenti, ribadendo ulteriormente il fatto che l’Amministrazione non può e non intende espletare nuovi concorsi.  

Il Presidente

On. Avv. Fabrizio Cesetti