Capisco le esigenze di comunicazione della Provincia di Ascoli Piceno, ma non è possibile sintetizzare le partite finanziarie derivanti dalla divisione tra le due Province, ancora aperte, con un semplice balletto di cifre che finisce non solo per confondere l’opinione pubblica ma persino le parti in causa, cioè le due Amministrazioni. E, quindi, tutto questo non è serio, ne tantomeno è vero asserire una presunta inadempienza della Provincia di Fermo nei confronti di quella di Ascoli perché nella fattispecie della divisione deve essere applicato il noto, quanto antico, principio di diritto “inadimplenti non est adimplendum”.

Che ci siano ancora delle partite di dare e avere tra le due Province è innegabile e riguardano sia le risorse per la gestione corrente che quelle per gli investimenti.

Per porre fine a questa querele, la Provincia di Fermo, con la collaborazione di tutti i Dirigenti, ha predisposto una ricognizione formale di tutte le partite aperte tra i due Enti - che potrà essere resa pubblica nelle sedi più opportune e competenti - il cui saldo finale è di circa 8 milioni di euro a favore della stessa Provincia di Fermo al netto delle rate dei mutui relative agli anni pregressi dovute da quest’ultima e debitamente accantonate nei bilanci. Pertanto, quanto affermato dagli amministratori ascolani sulla stampa è completamente falso.

Sembra che la Provincia di Ascoli abbia richiesto decreti ingiuntivi nei confronti dei Ministeri degli Interni e dell’Economia per trasferimenti erariali dovuti ma mai corrisposti, per oltre 11 milioni di euro: richiesta che noi sosteniamo anche perché il 43% di quei residui spettano alla Provincia di Fermo.

Inoltre - ma la ricognizione di cui sopra è molto più lunga e riguarda oltre 60 voci - la Provincia di Ascoli Piceno, pur avendo deciso unilateralmente di transare il vecchio debito dell’Ascoli-Mare con gli eredi Rozzi, non indica, ancorché più volte richiesto, le somme recuperate e/o recuperabili dalla ex Agensud, ne che fine abbiano fatto quelle già esistenti e certificate nel bilancio 2009 all’atto della divisione.

La partita è, quindi, molto più complessa di come la si vuole rappresentare sulla stampa. Sarebbe, perciò, il caso di tornare sull’argomento solo nelle sedi istituzionali, partendo ovviamente dalla disponibilità - che la Provincia di Fermo ancora una volta ribadisce - ad un ulteriore confronto purché approfondito, trasparente e con documenti alla mano.

Ma per fare questo è giunta l’ora che la Provincia di Ascoli Piceno metta a disposizione tutti gli atti necessari, cosa che fino ad oggi non ha fatto nonostante le nostre reiterate istanze, e che si renda disponibile alla nostra richiesta di nominare un soggetto terzo per verificare, insieme ai responsabili delle rispettive aree economico-finanziarie, la situazione reale anche per consentire i dovuti controlli da parte della Corte dei Conti. E se non sarà immediatamente disponibile, chiederemo il formale intervento della stessa Corte dei Conti e, se del caso, dell’autorità giudiziaria.

Mi sia, infine, consentito affermare per informazione dei lettori che la gestione della Provincia di Fermo è costata meno della percentuale di riparto (43%), segno evidente che se si vuole si può risparmiare nella gestione della cosa pubblica e che due Province, se ben amministrate, possano costare meno di una.

 

Il Presidente della Provincia di Fermo

Fabrizio Cesetti