La scorsa settimana sono stati illustrati i contenuti del progetto che vede affiancate la Provincia di Fermo e l’Associazione On the Road onlus sull’inserimento socio-lavorativo di persone vittime di tratta, rifugiate e richiedenti asilo, che si prostituiscono in strada, in appartamento o che vengono sfruttate sul lavoro.

Alla presentazione hanno preso parte il Presidente Fabrizio Cesetti, gli Assessori Giuseppe Buondonno, Renato Vallesi e Adolfo Marinangeli, il Dirigente Gianni della Casa, la Consigliere di Parità Paola Casciati, il Presidente di On The Road Vincenzo Castelli e la responsabile del progetto Lara Carosi.

Il progetto prevede uno stanziamento di 38.000 euro da parte dell’Amministrazione provinciale, a cui si sommano i 9.000 messi a disposizione dall’Associazione.

L’obiettivo è quello di promuovere processi condivisi per sostenere la crescita e la qualità dell’inclusione sociale e lavorativa delle fasce più deboli. A questo scopo si prevedono azioni mirate a promuovere periodi di formazione in azienda (full time o part time) con tutoraggio esterno di intermediazione gestito da On the Road e tutoraggio in impresa, propedeutici all’eventuale inserimento al lavoro.

L’intero percorso progettuale si articolerà su cinque attività:

1) Realizzazione di uno studio di fattibilità sul mercato del lavoro a favore di vittime di tratta, rifugiate e richiedenti asilo, persone che si prostituiscono in strada e in appartamento nella provincia di Fermo. Verranno analizzate le dinamiche relative alla realizzazione di interventi di occupazione e di creazione di impresa che abbiano per protagonisti soggetti riconducibili ai target indicati (ricettività dei bacini di mercato, sistemi di competenze necessari per realizzare progetti imprenditoriali, definizione degli elementi organizzativi e finanziari su cui intervenire per facilitare l’accesso al lavoro delle persone vulnerabili, attivazione di network di supporto ai progetti di inclusione socio lavorativa).

2) Stesura di una check list di aziende del Fermano da coinvolgere nel processo di inclusione socio lavorativa dei gruppi cui il progetto si rivolge. I dati raccolti costituiranno un contributo utilizzabile da chi - enti pubblici e privati, associazioni, strutture - opera nell’ambito dell’inclusione socio lavorativa di soggetti in condizione di marginalità sociale.

3) Elaborazione di un manuale di metodologie e pratiche sull’inclusione socio-lavorativa inteso come strumento per cogliere le correlazioni tra fenomeni sociali diversificati e indicare metodologie, indicatori e buone pratiche che possono accomunare gruppi di persone in condizioni diverse di vulnerabilità. Il Manuale dovrà descrivere e analizzare quegli interventi integrati che meglio possono realizzare un approccio multi fenomenico al tema dell’inclusione socio lavorativa.

4) Strutturazione di un percorso di formazione pratica in impresa a favore dei gruppi di riferimento del progetto che permetta loro di misurarsi con contesti lavorativi, tempi, ritmi, routine per loro del tutto nuovi. Tale percorso sarà volto a far acquisire la strumentazione attitudinale e comportamentale di base che faciliti l’ingresso nel mondo del lavoro. Dall’individuazione delle imprese e dall’abbinamento mirato tra l’impresa e la persona in formazione si passerà alla definizione di percorsi individualizzati di Formazione Pratica in Impresa retribuita con una indennità mensile di 650 euro, al termine della quale la persona in formazione potrà eventualmente essere assunta.

5) Raccordo con il Tavolo Tecnico Immigrati della Provincia di Fermo sui tema dell’immigrazione e lavoro. Per assicurare un costruttivo rapporto di interazione, nonché per fornire più adeguati livelli di intervento coordinato, verranno favorite attività di rete territoriale con tavoli e gruppi già costituiti per un confronto e coordinamento costante.

Durante l’incontro, il Presidente Cesetti ha ribadito l’importanza e il grande valore, soprattutto da un punto di vista sociale, di un progetto caratterizzato da azioni mirate per aiutare queste categorie di persone. “Si tratta di un’iniziativa importante, che può e deve essere presa d’esempio a livello nazionale - ha affermato - ma soprattutto di fronte a questi fenomeni il nostro territorio e le nostre istituzioni non possono rimanere indifferenti. Inoltre, bisogna intervenire affinché venga garantita anche la legalità e la sicurezza.”

Vincenzo Castelli, rappresentante legale dell’associazione, ha colto l’occasione per ringraziare l’impegno e il sostegno della Provincia di Fermo, la quale si è dimostrata la realtà più attenta nei confronti di questi temi. “Oggi quest’associazione - ha poi proseguito -, il cui obiettivo è quello di inserire le ragazze all’interno di programmi di protezione sociale, ha quasi 20 anni: è nata nel 1994 e da allora ha aiutato più di 1.500 persone, tra donne vittime di tratta e uomini sfruttati sul lavoro; ragazze molto giovani, provenienti dalla Romania, dalla Nigeria, dall’Etiopia, dall’Eritrea. Gli interventi oggi sono resi possibili grazie all’apporto del volontariato e di operatori professionali, che lavorano sia a livello nazionale che internazionale. Sono presenti unità mobili che operano nei diversi luoghi, sia all’aperto che al chiuso, della prostituzione e dell’emarginazione. On the Road nelle regioni Marche, Abruzzo e Molise lavora a stretto contatto con persone coinvolte nei fenomeni della prostituzione, dell’immigrazione e della tratta di esseri umani, al fine di aumentare le loro possibilità di autotutela e di offrire percorsi di inserimento sociale e lavorativo, di autonomia ed autodeterminazione”.

L’Assessore Buondonno ha rimarcato la finalità peculiare di questo progetto, che rappresenta un tassello di una strategia ben precisa attuata dalla stessa Provincia di Fermo.

Per la referente Lara Carosi, si tratta sicuramente di un progetto ambizioso e non soltanto operativo.  “Questa associazione si occupa di realizzare attività e servizi rivolti a donne e uomini immigrate/i, adulte/i, minorenni e trans gender che vivono situazioni di disagio, donne rifugiate e richiedenti asilo, anche con figli a carico. Lo scopo principale è pertanto quello di intervenire, sperimentando anche modelli innovativi di intervento sociale, realizzando così azioni specifiche per aiutare queste categorie di persone”.