Mi accingo a rispondere io al consigliere Di Ruscio, in merito alla questione dei danni dell’alluvione e dei lavori di somma urgenza che ne sono conseguiti, poiché il Presidente Cesetti - da me sollecitato a farlo - mi ha risposto con le seguenti parole, che cito testualmente: “l’ambiguo riferimento che Di Ruscio fa in merito ai ‘furbi che si approfittano delle disgrazie’ è talmente vergognoso che travolge quel che resta della sua esperienza di uomo delle Istituzioni. Pertanto, non rispondo a Di Ruscio su attacchi così pretestuosi anche perché, com’è ormai evidente da tutte le sue recenti esternazioni, egli semplicemente detesta la Provincia di Fermo, forse perché gli ricorda la sua fine politica e preferisco concentrarmi sulle cose da fare”.

 Io, pur condividendo nella sostanza il giudizio del Presidente Cesetti, sono più paziente di lui e infatti voglio solo chiarire, non tanto a Di Ruscio (che sa bene come stanno le cose e sta solo praticando una bassissima operazione di sciacallaggio politico su un disastro naturale avvenuto nel nostro territorio), ma ai cittadini che hanno il diritto di sapere e sono sicuro abbiano compreso.

Sarà il caso di chiarire che la “tassa sulla disgrazia” viene imposta, non dalla Provincia di Fermo, né dalla Regione Marche, ma dal Governo nazionale che - per la prima volta nella storia della Repubblica - pur avendo dichiarato lo stato di emergenza ha deciso, violando la più elementare regola della solidarietà, di non sostenere finanziariamente un territorio colpito (come è noto, ne ha sostenuti altri e siamo curiosi di sapere come si comporterà con la recente alluvione di Roma).

Solo dopo che il Governo ha ribadito in data 20/10/2011 (con nota della Presidenza del Consiglio dei Ministri, a firma del Capo del Dipartimento della Protezione Civile Franco Gabrielli, indirizzata al Presidente della Provincia) che non avrebbe assentito alla richiesta di finanziamento straordinario per gli interventi conseguenti all’alluvione, veniva diramato - il giorno successivo 21/10/2011 - dal Presidente e dalla Giunta della Provincia di Fermo un comunicato con il quale si chiedeva alla Regione Marche di fare “tutto quanto in suo potere - compresa la leva fiscale, ivi incluso l’aumento delle accise della benzina -  per poter sostenere i nostri Comuni e la stessa Provincia nel far fronte alle spese dei lavori  indispensabilmente svolti”.

 Vale, altresì, la pena di ricordare che la richiesta alla Regione Marche di attivare la leva fiscale per sostenere le aree colpite è stata avanzata, ancor prima della Provincia di Fermo, dalla Lega per le Autonomie e dalla Conferenza Regionale delle Autonomie Locali (cioè dall’assemblea dei Sindaci e dei Presidenti delle Province e Comunità Montane marchigiane) nella seduta del 21/10/2011.

La decisione obbligata della Regione Marche di alzare le accise sul carburante per sostenere, non solo la provincia di Fermo (certo più duramente colpita e che aveva maggiori urgenze d’intervento sulle strade, sui fiumi, sui ponti) ma diverse parti del territorio marchigiano, è l’unica condizione per attivare la procedura finalizzata ad attingere ad ulteriori finanziamenti del fondo nazionale della Protezione Civile; finanziamenti di cui si gioverà tutto il territorio marchigiano, compreso il nostro. E tale iniziativa, tra l’altro, toglierà qualsiasi alibi al Governo.

Poiché Di Ruscio (che ha, ovviamente, una visione della responsabilità degli amministratori assai diversa dalla nostra) immagina che, quando i cittadini marchigiani faranno il pieno di benzina, malediranno la Provincia di Fermo, vale la pena notare: che dovrebbero maledire il Governo nazionale; che  il territorio fermano si sente decisamente in credito di attenzione e risorse rispetto ad altre realtà marchigiane e se, dunque, i cittadini delle Marche dovranno fare un piccolo sforzo di solidarietà per il Fermano (e insieme al Fermano), ciò dovrebbe da loro essere compreso.

Di Ruscio fa poi alcune altre considerazioni che meritano una sottolineatura. L’iniziativa della Provincia di Fermo di andare ad Ancona con tutti i Sindaci del Fermano - tra i quali quelli che si trovano nella stessa situazione della Provincia -  è stata una pagina fondamentale di coesione solidale e di dignità del territorio; si sono ritrovati i sindaci, gli amministratori provinciali, i consiglieri regionali, al di là delle appartenenze politiche per sostenere la loro provincia ed i loro comuni colpiti. I Sindaci hanno mostrato un senso di responsabilità che Di Ruscio non mostra; egli dice - oggi che è passata la tempesta ed è venuto per lui il tempo della speculazione politica - cose ben diverse da quelle che sosteneva mentre l’Ete Vivo straripava anche nel territorio di Fermo di cui era ancora sindaco o il giorno drammatico dei funerali a Casette d’Ete; ma si sa, “lo stile è l’uomo”.

Dice ancora che “il Presidente Cesetti si trova in grande difficoltà”; è indubbio, Cesetti, tutti noi e tutto il Fermano, ci siamo trovati in grande difficoltà (allora anche lui, Di Ruscio, era in difficoltà e camminava con gli stivaloni nel fango - lo preferivamo ad ora che invece nel fango ci rimesta), per fortuna ne stiamo uscendo insieme ai Sindaci e con grande dignità. Credo sia giusto chiarire ai cittadini che i lavori fatti erano lavori necessari  - secondo l’unica certificazione che gli amministratori possono avere, che è quella dei loro tecnici responsabili - per ripristinare la sicurezza nei fiumi e sulle strade.

Certo non si poteva lasciare per mesi le strade transennate e in condizioni di insicurezza, i fiumi più pericolosi di prima e - come suggerisce Di Ruscio -  i cittadini esposti ed usati come “arma di pressione” verso il Governo e la Regione; forse è il suo modo di intendere l’amministrazione, ma non è il nostro e, non a caso i cittadini del fermano a noi si sono affidati.

L’Assessore Giuseppe Buondonno