Il 27 gennaio 1945 i soldati dell’Armata Rossa abbattevano i cancelli di Auschwitz e liberavano i prigionieri sopravvissuti allo sterminio del campo nazista, ponendo fine ad un’esperienza drammatica che resterà per sempre nella memoria dell’umanità.
Le truppe liberatrici, entrando nel campo di Auschwitz-Birkenau, scoprirono e svelarono al mondo intero il più atroce orrore della storia dell'umanità: la Shoah, il genocidio perpetrato dalla Germania nazista e dai suoi alleati nei confronti degli ebrei d'Europa e, per estensione, lo sterminio nazista verso tutte le categorie ritenute "indesiderabili", che causò milioni di morti in pochi anni, tra cui 5-6 milioni di ebrei, di entrambi i sessi e di tutte le età.
Con una legge del 20 luglio 2000, la Repubblica italiana ha istituito il Giorno della Memoria istituendo la ricorrenza del 27 gennaio come data simbolica per "ricordare la Shoah”, per riflettere sulle ragioni che portarono a quell’atroce sterminio e per impegnarsi a che non si ripeta più.
È stata quella una pagina triste della nostra storia che ci ha toccati da vicino perché ha toccato il nostro paese ed anche questo territorio.
Il Parco della Pace di Servigliano, che oggi ci ospita, dal 1915 al 1955 è stato, infatti, uno dei più importanti Campi di Concentramento e di Internamento Profughi del Centro Italia.
Ben hanno fatto il Comune di Servigliano e la Provincia di Fermo a valorizzare, fin dal 2009,questo sito, testimone di un periodo così doloroso della nostra storia del secolo scorso, attraverso la creazione del Centro di Documentazione storica e l’annessa aula didattica per la Memoria della Shoah.
Ottimo, poi, il lavoro svolto dall’Associazione “Casa della Memoria” di Servigliano e dall’Istituto per la Storia del Movimento di Liberazione Alto Piceno-Fermo che, con grande impegno svolgono un lavoro di recupero della memoria e dei documenti e testimonianze relativi alla storia del campo e li diffondono soprattutto tra le giovani generazioni affinché riflettano su quanto male possano causare l’odio e la discriminazione razziale.
L’impegno profuso in questi anni ha consentito di organizzare attività di formazione, di divulgazione e di accoglienza in una stretta relazione con una rete nazionale ed europea di luoghi della memoria ed istituzioni.
Quest’anno il nostro incontro si caratterizza anche per l’anniversario dell’emanazione delle leggi razziali che, nel 1938, portarono alla morte migliaia di ebrei e provocarono sofferenze indicibili, paura, terrore, angoscia e miseria.
Con il manifesto e con le leggi successive, agli ebrei venne proibito, tra l'altro, di prestare servizio militare, esercitare l'ufficio di tutore, essere proprietari di aziende, essere proprietari di terreni e di fabbricati, avere domestici "ariani".
Gli ebrei venivano anche licenziati dalle amministrazioni militari e civili, dagli enti provinciali e comunali, dagli enti parastatali, dalle banche, dalle assicurazioni e dall'insegnamento nelle scuole di qualunque ordine e grado. Infine, i ragazzi ebrei non potevano più essere accolti nelle scuole statali.
L’odierna giornata rappresenta un momento di riflessione importante per ricordare tutti quei cittadini che hanno subito la prigionia, la deportazione, la morte e tutti quelli che, mettendo a rischio la propria vita, hanno salvato, proprio nel territorio della Provincia di Fermo che vanta tanti episodi di solidarietà, altre vite e protetto i perseguitati.
L’Europa sta attraversando un momento contrastato e difficile a causa del ritorno di partiti nazionalisti e populisti con la ricomparsa di un linguaggio che mette in evidenza le diversità con riferimenti forti ai concetti di identità di popolo e di sangue e suolo e che mettono in discussione la stessa esistenza della Shoah.
Il senso di coscienza civile e di memoria storica ci impone, quindi, di non dimenticare e di trasferire la conoscenza del passato ai giovani affinché acquisiscano la consapevolezza del dramma che è stato vissuto e non cadano nella tentazione di rimuoverlo senza approfondirne i contenuti.
Come cittadini ma soprattutto come rappresentanti di Istituzioni democratiche dobbiamo lottare affinché la memoria non si esaurisca nella retorica delle parole, ma si manifesti nella quotidianità delle nostre singole azioni, nella difesa dei valori della democrazia, nell'approfondimento della conoscenza storica, nella promozione dell’inclusione sociale, nel rendere sostenibile i percorsi dell’accoglienza, nel rafforzamento dei concetti di uguaglianza.
La memoria come nostra guida in questo presente dove sempre più si insidia la paura nei confronti del “diverso”, di chi è portatore di un’altra storia e di un’altra cultura.
Primo Levi, ne "I sommersi e i salvati", riferendosi al genocidio del popolo ebraico ha scritto: "È avvenuto, quindi può accadere di nuovo: questo è il nocciolo di quanto abbiamo da dire".
A noi resta, oggi ancor di più, il compito di non farlo accadere di nuovo!
Moira Canigola
Presidente della Provincia di Fermo