Si è svolta stamane presso la sede della Provincia di Fermo, la presentazione del volume “La Diplomazia Pontificia” di Matteo Cantori, la cui prefazione è stata curata da Mons. Giovanni Tonucci, Arcivescovo di Loreto.
Ad aprire i lavori è stato il Consigliere Provinciale Stefano Pompozzi, che dopo aver portato i saluti della Presidente Moira Canigola assente per impegni istituzionali, ha ringraziato Matteo Cantori per aver scelto la nostra Provincia come una delle tante tappe in Italia per la presentazione del suo lavoro pubblicato dalla Casa editrice “Tau Editrice” di Todi.
Il Consigliere Stefano Pompozzi ha messo in evidenza come “l’arte della diplomazia è una delle attività più complicate e nobile di ogni mestiere e allo stesso tempo molto gratificante e impegnativa.”
E’ intervenuto Don Osvaldo Riccobelli in rappresentanza del Vescovo di Fermo M.E. Luigi Conti che, dopo aver portato i Saluti del Vescovo di Fermo, ha sottolineato come la diplomazia pontificia costituisca il modello principale su cui costruire anche i modelli locali.
I Nunzi apostolici – ha continuato Don Osvaldo – non sono laici, vengono scelti fra gli arcivescovi in quanto la diplomazia non è un mero esercizio dell'arte del trattare, per conto dello Stato, di affari di politica internazionale, ma è anche un grande esercizio pastorale.
La pastoralità – ha concluso don Osvaldo Ricobelli - viene messa al servizio della diplomazia ed in certi periodi storici complessi essa è il valore aggiunto necessario per tessere relazioni anche negli stati “più difficili”.
Iniziando il suo intervento, l’autore della pubblicazione ha comunicato come l’idea della realizzazione di questo libro sia stata conseguente ad una tesi di Laurea in diritto Ecclesiastico che gli ha permesso di incontrare Mons. Giovanni Tonucci, per molti anni Nunzio in diversi paesi, il quale si è reso disponibile a trovare una pista di ricerca utile a sviluppare il tema della Diplomazia Pontificia.
Durante questa esperienza ho potuto constatare – ha affermato Matteo Canotori - che i testi conosciuti che hanno trattato questo tema sono solo tre: uno a cura di Mario Riberi, l’altro a cura di Gino Cardinale scritto in francese di cui esistono pochissime copie e il terzo dello Staffa anche questo presente in pochissime Biblioteche.
Partendo dalla consapevolezza della ridotta produzione scientifica sul tema della diplomazia pontificia, seguendo le indicazioni formulate da Mons. Giovanni Tonucci, Matteo Cantori ha deciso di rivedere la sua tesi e di ampliarla ed arricchirla arrivando ad una compiuta pubblicazione.
“Il libro si articola in 3 capitoli – ha spiegato Cantori - il primo sviscera l’aspetto storico della diplomazia, il secondo l’aspetto giuridico, il terzo analizza i rapporti tra la Chiesa e la Mondialità (l’Onu e la Santa Sede . l’OMS, L’Unicef ecc.) ed ogni capitolo poi si chiude con un’appendice.
L’autore ha quindi illustrato gli aspetti più significativa della diplomazia pontificia evidenziando come essa possa essere descritta come una piramide dove al vertice si trova il Segretario di Stato, poi i Nunzi apostolici ed infine i Delegati pontifici.
La Figura del Rappresentante Pontificio funge da tramite con il mondo per tenere unito il cuore: Roma con le Periferie e, a questo proposito, è significativo il nome del Pontifice che in latino significa colui che fa i ponti, che crea collegamenti tra Roma e la zona in cui si trova a vivere e operare.
A sua volta il Nunzio apostolico ha il compito di rinforzare questo ponte compiendo “opere di manutenzione” al ponte, per cui è positivo che il Nunzio apostolico non sia un laico in quanto mentre l’Ambasciatore civile può contare solo su contatti con il Ministero dell’interno, la rete della Diplomazia Pontificia, proprio negli incontri con i responsabili di Missione all’estero, ha una visione della situazione che non è solo politica ma anche socio-economica e, soprattutto, religiosa.
Il Nunzio, la cui etimologia parte dalla parola “Annuncio” nasce come funzionario dottrinale di diffusione della fede al quale si è poi aggiunta la funzione di “Ambasciatore”.
A concludere la presentazione è stato Mons. Giovanni Tonucci, Arcivescovo di Loreto, che è intervenuto mettendo in rilievo l’esperienza molto importante compiuta come Nunzio apostolico in sette paesi di tre continenti.
“Il nunzio ha un doppio ruolo – ha spiegato Mons. Tonucci - in quanto esso è accreditato presso il Governo e presso la Conferenza Episcopale ed in ambedue i casi esso rappresenta, in quel territorio, il Papa che, in quanto Capo della Chiesa Cattolica, non è un capo di Governo,
I valori che si seguono svolgendo il ruolo di Nunzio Apostolico sono quelli propri del Vangelo e, sovente, è difficile svolgere al meglio questa missione in quei paesi ed in quelle circostanze dove il dialogo può diventare difficile a causa delle oggettive condizioni in cui si trova quella particolare realtà politica.
I diplomatici svolgono un ruolo difficilissimo che consiste nel creare le condizioni affinché si pongano le dovute soluzioni agli errori compiuti da altri, cercando di risolvere al meglio i conflitti anche tra paesi che non hanno rapporti politici costruttivi.
Il Nunzio dedica il 95% del suo tempo al lavoro di Chiesa riservando un 5% ai ricevimenti diplomatici che non debbono essere valutati come una pura occasione mondana costituendo invece occasioni straordinarie per l’incontro tra le diverse sensibilità e per la definizione delle questioni aperte.
E’ proprio durante i ricevimenti che magari, per caso, si può introdurre un argomento o problematica che può portare facilmente a trovare la giusta soluzione.
Mons. Tonucci ha evidenziato come la preoccupazione del Nunzio nei contatti con i vari Governi debba essere quella di garantire la libertà della Chiesa, la libertà di culto e di coscienza, di contatto e di azione per i Vescovi e i Sacerdoti e per il popolo che si trova a vivere in una realtà politica dove svolge un ruolo minoritario,
Gli spazi di libertà per i quali nei paesi democratici non c’è bisogno di lottare, sono duri da conquistare in tutti quei paesi non democratici e sono minimi in quei paesi dove si cerca di sostituire la vicinanza politica alla fede cattolica come sta avvenendo in molti paesi asiatici.
Concludendo l’incontro Mons. Tonucci ha sottolineato come il problema più grande su cui i Nunzi apostolici hanno lavorato in passato e continuano a lavorare anche oggi è proprio quello di mantenere la Libertà e di permettere ai cattolici di professare liberamente il loro credo religioso.