E', questo 17 marzo, uno dei momenti simbolicamente più significativi della vita recente del nostro Paese e delle nostre comunità.

Il 150° è un bel compleanno; la festa di un grande popolo, dalle radici antiche e gloriose - prima diviso ed oppresso - che si è fatto Stato unitario.

Questo Stato, tra momenti entusiasmanti e grandi tragedie, profondi cambiamenti istituzionali e la fatica di milioni di persone, di tante generazioni, ha legato due millenni, ha attraversato, finora, tre secoli tra i quali quel Novecento così sconvolgente nella storia del genere umano e dell’Europa, ma così determinante anche per noi; perché è soprattutto nella temperie del XX secolo che ha preso forma lo Stato italiano, che si è perso ed ha saputo ritrovarsi, ed è diventato quella Repubblica democratica che oggi ci consente - liberi ed uniti - di misurarci con le grandi sfide mondiali del XXI secolo.

E' la festa  di questa bandiera, del tricolore - diventato nel tempo vessillo di unità ed indipendenza - che oggi viene alzato in forma solenne, alla presenza di tanti cittadini e delle autorità civili e militari, per dare avvio ai festeggiamenti che si svolgeranno, oltre che nel capoluogo, in tutte le città della nostra Provincia, in tutta Italia ed in tante città del mondo, dove vivono comunità di italiani ai quali, in particolare, proprio per la loro lontananza dal Paese, va il nostro pensiero più caloroso.

Voglio ricordarlo ai giovani, soprattutto: non solo rispettare, ma emozionarsi ed amare questa bandiera, significa avere a cuore quei giovani che oltre due secoli fa hanno rischiato e perso la vita, e quegli altri giovani italiani che sulle montagne e nelle città, meno di settant’anni fa, hanno combattuto contro la dittatura, alzando lo sguardo verso il futuro, perché noi potessimo essere, oggi, uniti e liberi.

Primo e secondo Risorgimento sono oggi fusi insieme in quella Carta costituzionale che noi abbiamo voluto ristampare e consegneremo ai giovani della nostra Provincia.

Quanti sacrifici, quanto dolore, quanto impegno materiale ed intellettuale, ma anche quanta gioia ed orgoglio sventolano su questo tricolore, sul quale è scritto idealmente: “Fratelli d’Italia” e sul quale i padri della Patria - forti dei valori universali in cui credevano - hanno sempre immaginato anche: “fratelli d’Europa e fratelli del mondo”, perché l’Italia unita e libera che oggi festeggiamo è un Paese forte ed aperto al mondo.

Mi rivolgo, ancora una volta, soprattutto ai ragazzi: amare veramente il proprio Paese, le proprie tradizioni, significa conoscerle, e conoscere significa essere aperti anche agli altri.

La forza con cui oggi questa Repubblica, che era già stata immaginata e sognata da molti eroi del Risorgimento italiano (Mazzini, Garibaldi, Pisacane), affronta - nonostante tante difficoltà -  i grandi problemi del presente, deriva dalle lotte, dunque, e dai sacrifici con cui il popolo italiano ha conquistato la sua libertà e ha saputo difenderla in un arco storico breve, ma tempestoso.

Questo anniversario non è dunque per noi solo una celebrazione del passato, ma un impegno per il futuro assunto davanti a questa bandiera e a tutto ciò che essa rappresenta; raccogliamo oggi, un secolo e mezzo dopo, il testimone dell’indipendenza, della libertà e della responsabilità morale che i padri della Patria ci hanno lasciato verso le generazioni future: che possano esse tra altri 150 anni dire che noi agli inizi del XXI secolo siamo stati degni eredi della grande storia degli italiani.

 

Il Presidente della Provincia di Fermo

On. Avv. Fabrizio Cesetti