8 marzo 1993….qualcuno disse: “ La violenza contro le donne è forse la violazione dei diritti umani più vergognosa. Essa non conosce confini, né geografia, cultura o ricchezze. Fintanto che continuerà, non potremo pretendere di aver compiuto dei progressi verso l'uguaglianza, lo sviluppo, la pace”.

Quel qualcuno è l'ex Segretario delle Nazioni Unite, Kofi Annan.

Maggio 2006…... una donna iraniana di 43 anni, Sakineh Mohammadi Ashtiani,viene giudicata colpevole e condannata per aver avuto una relazione illecita con due uomini. La sentenza dispone 99 frustate, in seguito sarà condannata alla lapidazione per “adulterio durante il matrimonio”, accusa da lei negata.

Successivamente il capo della magistratura provinciale di Azerbaigian est, aggiungerà un altro capo di accusa, “complice per l'omicidio del marito”. Accusa ad oggi non supportata da alcuna prova degna di tale nome.

Agosto 2010.....il caso della donna iraniana calca il palcoscenico internazionale inizia una mobilitazione che coinvolge il modo politico, scientifico, culturale.

A distanza di 17 anni benché in campo di diritto internazionale siano stati fatti dei progressi, sanciti da convenzioni e da protocolli, la realtà quotidiana dimostra che questi atti non siano ugualmente recepiti in ogni stato del mondo.

La Provinciadi Fermo non resta silente di fronte all'ennesima forma di violenza, perpetrata verso un soggetto al quale è stato negato ogni diritto di essere umano, perciò si associa alla mobilitazione nazionale ed internazionale per salvare dalla condanna di lapidazione Sakineh Mohammadi Ashtiani.

Con la Dichiarazione Universaledei Diritti Umani, l'umanità ha posto le basi e le regole fondamentali del rispetto e dell'uguaglianza, ed è dovere di ogni individuo e di ogni organo della società promuovere tali diritti e garantirne, mediante misure progressive di carattere nazionale e internazionale, l'universale ed effettivo riconoscimento e rispetto.

L'art. 2 cita: ”Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione. Nessuna distinzione sarà inoltre stabilita sulla base dello statuto politico, giuridico o internazionale del paese o del territorio cui una persona appartiene, sia indipendente, o sottoposto ad amministrazione fiduciaria o non autonomo, o soggetto a qualsiasi limitazione di sovranità”.

Le istituzioni hanno il dovere di denunciare tali fatti e di agire per il rispetto dei diritti di ogni essere umano, affinchè le parole contenute nella suddetta dichiarazione possano trasformarsi in azione.