Pubblichiamo un estratto dell’intervento del Presidente Cesetti nella conferenza di mercoledì 24 ottobre, durante la quale ha illustrato le conseguenze del voto in Regione sul riordino delle Province.

 

“Con il voto del Consiglio regionale - una proposta che in una lettera ai Sindaci ho definito, oltre che illegittima e contro legge, grave per le modalità con le quali è maturata, a cui vanno sommati i tradimenti perpetrati da alcuni Consiglieri - è stata data dimostrazione della peggiore politica.

Una decisione irriguardosa delle Istituzioni del territorio fermano, dei Sindaci e della loro compattezza, manifestata più volte in queste settimane. Sindaci che hanno dimostrato vicinanza all’Istituzione Provincia e soprattutto una disponibilità a raccogliere la sfida del cambiamento. E io sono orgoglioso di questo.

Sbaglia chi dice che la Provincia di Fermo non ci sarebbe comunque stata. Sbaglia perché questo territorio ha chiesto una cosa semplice: la sua Provincia, un’istituzione utile che ha dimostrato sul campo il proprio valore.

Abbiamo sempre ritenuto la legge di riordino ingiusta ed abbiamo chiesto alla Regione di fare ricorso alla Corte Costituzionale. E lo chiediamo ancora, considerato che un ricorso è pendente alla Regione Calabria e che altre hanno deliberato in tal senso.

Ho già dato mandato all’Avvocato Ortenzi di impugnare la delibera del CAL, una decisione che integrerò chiedendo anche l’impugnazione dell’atto del Consiglio regionale.

Sbaglia, dicevo, chi da per scontato che le Province da riordinare siano morte: viviamo in una grande democrazia, dove c’è una Corte Costituzionale al cui giudizio tutti si devono inchinare, dal Presidente della Repubblica all’ultimo cittadino. E’ un organismo di garanzia e noi confidiamo in esso.

E voglio vedere, alla fine di questa partita tutta istituzionale, chi avrà ragione: da quell’esito tutti dovremmo trarre le conseguenze.

Questo territorio ha detto anche un’altra cosa: se la Regione non farà ricorso, noi non condividiamo ma rispetteremo ugualmente quella decisione perché rispettiamo le altre istituzioni ma, allo stesso tempo, pretendiamo rispetto per la nostra. Però abbiamo chiesto alla Regione di applicare la legge, perché disponibili a raccogliere la sfida del cambiamento e a costruire la grande Provincia del sud delle Marche, dove la centralità di Fermo è un fatto oggettivo, geografico, socio economico. E questo fa paura.

Da quando c’è l’autonomia, questo territorio ha dimostrato di fare uno scatto in avanti e gli indicatori economici sono in controtendenza rispetto a dati regionali e nazionali. Questo è un dato di fatto.

Abbiamo dimostrato un grande senso di maturità, di fronte al quale la Regione Marche ha inteso bene oltraggiare il territorio, i suoi cittadini, la sua storia ed il percorso politico ed istituzionale che ha portato al riconoscimento di questa Provincia.

Una Provincia, quella di Fermo, che non è un incidente della storia o istituzionale.

Che messaggio diamo ai nostri cittadini, ai nostri figli? E’ per questo che la gente non crede più nella politica.

Fare politica non significa soltanto non rubare o fare il proprio dovere. La politica è altro, è anche sfida, coraggio, passione, senso delle istituzioni e rispetto delle regole. Con le nostre azioni dobbiamo essere da esempio per le generazioni che verranno. La politica deve far maturare una cultura della democrazia, un’infrastruttura che resta per l’eternità.

Ho detto tutto questo per sottolineare la gravità di quanto accaduto in Regione, prima, durante e dopo il voto. Lo testimoniano anche le dichiarazioni odierne del Presidente Solazzi, che si improvvisa persino innovatore con Matteo Renzi. Ecco, oggi gli innovatori sono quelli che votano una cosa contro legge. C’è da riflettere, e molto, su questo.

Devo anche dire che, sulla base dei vari ripensamenti, il territorio fermano lunedì ha vinto. E, comunque, quella proposta non ha una maggioranza. In Regione hanno smentito loro stessi: bell’esempio che hanno dato, complimenti!

Ma resto convinto che quel provvedimento non verrà preso in considerazione da Governo e Parlamento.

Resta, però, lo schiaffo tutto politico dato alla Provincia e al territorio fermano. Dalla serie: intanto ti meno, poi c’è sempre il Pronto Soccorso! Ma qualcuno ha sbagliato soggetto!

Il problema Regione per me, quindi, è archiviato, anche se resta il fatto politico. Uno schiaffo che avevo previsto, dichiarando anche che sarebbe stato incomprensibile che il Fermano fosse stato sacrificato sull’altare di un accordo politico, il cosiddetto Modello Marche.

C’è un fatto, però: nella Provincia di Fermo non decide Spacca, ma il Presidente della Provincia insieme alla sua maggioranza. Quindi, nessuna eutanasia. Perché far morire il centrosinistra, come avevo affermato in questa sede, non significa addebitare qualcosa ai miei Assessori, ma significa piuttosto aprire una fase politica nuova, con quelle forze politiche che mi hanno sostenuto, che mi sostengono e che hanno fatto tutto il possibile perché questo scempio non avvenisse.

Una nuova fase partendo dalla constatazione che, di fronte ad uno schiaffo, non siamo stati pronti a schivarlo oppure che l’altro si è dimostrato più forte. Certo, occorre fare autocritica e su questo mi assumo tutte le mie responsabilità.

Questa fase nuova, però, impone una riflessione su quanto avvenuto per creare le condizioni per reagire ed ottenere che il Governo nazionale ed il Parlamento non ratifichino la proposta a quattro: questa sarebbe la vittoria della Provincia di Fermo su uno scempio perpetrato a suo danno.

Deve essere una fase caratterizzata da una maggiore coesione del centrosinistra ed una maggiore determinazione, a partire da me, per cancellare quanto avvenuto. Fermo restando il confidare nel ricorso alla Corte Costituzionale, una strada che non abbandoniamo affatto.

Per aprire questa fase nuova, dunque, c’era la necessità di azzerare, che non significa cancellare o decapitare, ma ripartire. Dalla riunione di maggioranza di lunedì è emersa la convinzione di andare avanti, insieme, ed i miei Assessori hanno consegnato spontaneamente le dimissioni; diversamente, avrei azzerato la Giunta e trenta secondi dopo, senza che nessuno me l’avesse chiesto, mi sarei presentato al cospetto del Consiglio provinciale per chiedere la fiducia.

E gli Assessori hanno fatto pervenire le loro dimissioni, dimostrando di ben interpretare il rapporto fiduciario con il Presidente, oltre che con il partito di appartenenza.

Sia chiaro che le dimissioni consegnate sono sospese ed invito gli Assessori a considerarsi nell’esercizio delle loro funzioni. E questo non è un giochetto, perché una fase nuova si apre obbligatoriamente con dei passaggi in maggioranza.

Ai miei Assessori non posso che dire grazie per quanto hanno fatto: ho bisogno di loro, come ho bisogno delle forze politiche della mia maggioranza e dei loro segretari che si sono spesi per la nascita ed il consolidamento della Provincia di Fermo.

Questa è una fase che ci consentirà di fare chiarezza e di restare compatti, anche con i Sindaci, che mi hanno già detto di andare avanti.

C’è un punto: io questa partita non la voglio perdere e penso che non la perderemo. Mi batterò fino all’ultimo secondo utile per vincerla e per il rispetto della legge. Mi batterò con tutte le mie forze, insieme alla mia maggioranza, perché nella grande provincia del Sud venga riconosciuta la nostra centralità.

Hanno paura di Fermo? Fanno bene ad essere preoccupati. Ma tutto questo lo faremo per il bene del territorio e dell’intera comunità marchigiana. Sarà un’opportunità, per tutti.

E’ ora di farla finita con una Regione disattenta rispetto alle esigenze del territorio fermano e questo deve costituire un invito rispettoso anche ai rappresentanti della Provincia di Fermo presso il Consiglio regionale delle Marche.

Quanto alla vicenda del riordino, quindi, i miei rapporti con la Regione sono finiti. Adesso abbiamo altri interlocutori. Già nel pomeriggio di martedì, dopo l’incontro con il Segretario dei Verdi Bonelli, ho incontrato il deputato del Fermano Francesco Verducci, a cui ho chiesto un incontro urgente con Bersani, pur consapevole dei suoi numerosi impegni. E Verducci mi ha confermato che questo incontro ci sarà. Non ho tempo da perdere con chi si dedica agli inciuci e alle manovre di bassa lega.

Sarò anche il Presidente di una piccola Provincia, ma penso di avere dietro una storia che, anche per il ruolo che occupo, non mi consente di abbassarmi a questo. A Bersani non posso chiedere di revocare una legge, ma che almeno sia garante del rispetto di quella legge che prevede la grande provincia del Sud.

Noi rilanciamo, la nostra è una ripartenza verso una sfida nuova. Il Centrosinistra è morto con quel voto regionale, per quel che mi riguarda. Lo hanno fatto morire loro. Ed all’esito di questa fase non c’è il pareggio: o la vittoria, o la sconfitta.

E se dovessimo perdere, andrò da un notaio, rinuncerò preventivamente a qualsiasi tipo di indennità futura legata ad incarichi politici e creerò un movimento per candidarci alla guida della Regione Marche.

A differenza di quanto qualcuno sembra voler far pensare, nel mio orizzonte in questo momento non c’è nessuna candidatura, ne in Parlamento ne in altre parti. E se le cose andranno come è giusto che vadano, non ci sarà alcuna altra volontà se non quella di seguire il percorso della nuova Provincia, a vantaggio della centralità di Fermo”.