Con riferimento alle asserzioni apparse su alcuni organi di informazione sento il dovere di precisare e ribadire che la Provincia di Fermo non rinuncia in alcun modo alla richiesta di ricorso alla Corte Costituzionale affinché la stessa si pronunci sulla palese illegittimità dell’art. 17 D.L. 95/2012 convertito in Legge 135/2012. Né può sostenersi che nel territorio fermano si stia delineando una cauta accettazione della legge così come è, sulla base di qualche isolata dichiarazione.
Il territorio fermano in tutte le sue articolazioni ha assunto una posizione unanime e mai è stato così unito e determinato dai tempi in cui è avvenuto il riconoscimento dell’autonomia.
A tal fine vale la pena ricordare che:
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Il Consiglio Provinciale di Fermo all’unanimità già in data 24/07/2012, oltre a ribadire la contrarietà al provvedimento di riordino per le note ragioni, chiedeva al Presidente della Giunta Regionale di promuovere la questione di legittimità costituzionale;
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Il Presidente della Provincia di Fermo ed i sindaci della Provincia componenti del CAL in data 25/07/2012 proponevano al CAL della Regione Marche la richiesta - poi approvata all’unanimità nella medesima seduta - ai sensi e per gli effetti di cui all’art. 11, comma 7, legge regionale 10/04/2007 n. 04, al Presidente della Giunta Regionale delle Marche di promuovere la questione di legittimità Costituzionale per la dichiarazione, previa sospensiva della esecuzione, dell’illegittimità Costituzionale dell’art. 17 D.L. 95/2012. E solo dopo tali iniziative anche la Provincia di Macerata avanzava analoghe richieste;
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Successivamente il Consiglio Provinciale in seduta aperta in data 09/08/2012 alla presenza di 35 Sindaci ribadiva, con il consenso degli stessi, la richiesta del ricorso alla Corte Costituzionale e così faceva il Consiglio Comunale di Fermo nella seduta del 28/08/2012;
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Il Presidente della Provincia di Fermo ed il Sindaco di Fermo hanno conferito incarico ad un legale per impugnare dinanzi al TAR del Lazio la deliberazione del Consiglio dei Ministri 20-24 luglio 2012 anche per proporre in quella sede in via incidentale la questione di legittimità costituzionale;
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Più volte è stato chiesto e auspicato che il Consiglio Regionale, nel discutere la mozione presentata dai Consiglieri Regionali del Fermano, si pronunciasse per il ricorso alla Corte Costituzionale.
In definitiva, da tutti ed in tutte le occasioni, si è chiesto reiteratamente che la Regione Marche promuova la questione di legittimità costituzionale dinanzi alla Corte Costituzionale anche perché è questo l’unico modo per ribadire che le Province, quali articolazioni della Repubblica al pari dei Comuni, delle Regioni e dello Stato, non possono essere spazzate via a Costituzione vigente con un decreto legge, né tantomeno con un semplice atto amministrativo, perché uno strappo simile alla Costituzione rappresenta un grave vulnus alla democrazia, disarticola l’architettura istituzionale del Paese e determinerà il caos nei territori, rompendo anche quella coesione territoriale che è stata il punto di forza anche della Regione Marche.
E soltanto nella denegata ipotesi che la Corte Costituzionale dovesse ritenere legittimi i provvedimenti legislativi che ci interessano, ci sarà da costruire una nuova Provincia con un nuovo nome che dovrà nascere dalle ceneri delle attuali tre Province di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata - salvaguardando le vocazioni e le peculiarità dei rispettivi territori - nel rispetto dell’attuale normativa che non lascia spazio a stravaganti interpretazioni.
Su queste posizioni in modo unanime si è pronunciata da ultimo in data 10/09/2012 la commissione insediata in Provincia e composta da tutti i capigruppo, i membri dell’Ufficio di Presidenza ed i componenti del CAL della Provincia di Fermo.
Si sono altresì pronunciati in modo unanime i sindaci della Media Valle del Tenna, riuniti a Magliano di Tenna la sera del 10/09/2012 presente anche l’onorevole Ceroni nella doppia veste di Sindaco e Deputato.
Identica posizione è stata espressa, infine, dal Gruppo consigliare del PD atteso che il capogruppo Donzelli ha dichiarato testualmente: “ritengo ci si debba muovere in due direzioni: da una parte il pronunciamento della Corte Costituzionale e dall’altra, qualora il ricorso non venga accolto, puntare ad una grande Provincia del Sud delle Marche (Macerata, Fermo, Ascoli Piceno) che salvaguardi le numerose vocazioni comuni e le peculiarità dei territori.”
In definitiva accreditare l’idea che nel territorio fermano ci possano essere divisioni o peggio rassegnazioni, sulla base di poche ed isolate posizioni individuali, è del tutto fuori dalla realtà.
Il Presidente
Fabrizio Cesetti